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92 COLLABORATORE DEL DU TILLOT: 1764-1768 le querele della diocesi 85 , Cio basto perché un decreto del governo di Parma del 16 gennaio 1768, provvedesse a proibire di passare gli atti dei processi del ducato a tribunali esteri, Roma non esclusa. Nel tempo stesso si proibiva l'assegnazione di prebende eccle– siastiche del paese a stranieri senza l'approvazione del sovrano. S'imponeva l' exequatur governativo a tutte le ordinazioni dei su– periori ecclesiastici 86 • Con queste disposizioni a Parma le riforme ecclesiastiche entravano nella fase piu acuta, mentre a Roma si seguivano gli avvenimenti con preoccupazione angosciosa. Impazientita per gli ultimi provvedimenti, il 30 gennaio 1768 la Santa Sede pubblicava il famoso Monitorio o Lettera in forma di breve, Alias ad aposto– la,tus. In esso venivano elencate e dichiarate irrite e nulle tutte le leggi anti-ecclesiastiche emanate in Parma, perché contrarie ai diritti di Roma, alle immunita ecclesiastiche e perché non uscite dal foro competente. Tutti i promotori e partecipanti cadevano sotto la scomunica e le censure stabilite ,nella bolla In coena Domini e la loro asso– luzione era riservata al papa. Ai vescovi e ai sacerdoti secolari e regolari ed anche ai laici, veniva proibito, pena la scomunica~ di cooperare alla applicazione dei decreti condannati. I sudditi venivano con cio sciolti dal giuramento di obbedienza al governo 87 , Pero, per la corte di Parma il lato piu grave del Breve era l'affermazione della sovranita papale sul ducato, che la pace di Aquisgrana aveva assegnato alla casa minore dei Borboni 88 • Anche l'impero alla morte di don Filippo nel 1765 aveva riaccam– pato eguale sovranita. Cosi in un momento gia turbato da forti dissidi, si risollevava una questione piu che secolare. L'inopportuno risveglio fece riardere la polemica. Diverse penne si misero spon– taneamente a disposizione del Du Tillot. Altre vennero invítate a 85 Claudio Escalonne, nato a Brianl)on, uno dei tanti francesi accorsi a Par– ma, affermo che si era permesso a sua moglie di rimaritarsi, benché il suo matri– monio con lei fosse stato concluso validamente davanti al vescovo di Parma. Il Pettorelli presento alla Santa Sede tutti i necessari documenti per dimostrare l'in– fondatezza di queste informazioni e dimostro inoltre che l'accusatore era malato di mente. La vertenza venne trascinata davanti ai tribunali romani, mentre il vescovo si richiamava all'indulto concesso da Paolo 111 e confermato da Benedetto XIV, per decidere in ultima istanza. Clemente XIII nomino una congregazione per esaminare questo privilegio, la quale decise che !'indulto Paolo 111 non impediva l'appello alla. Santa Sede, qualora una delle parti in conflitto ricorresse a lei. Cf. E. CASA, Contro– versie, 191-200; BENASSI, Guglielmo Du Tillot V, 167-170; PASTOR, op.cit. XIV/1, 927. 86 Raccolta di leggi, decreti, avvisi ed istruzioni concernenti le Manimorte...,. n.15. Con queste disposizioni Parma si allineava con le stesse leggi vigenti gia. in Spagna, Francia, Fiandra, Germanía e in quasi tutti gli Stati d'Italia. Cf. C. BoTTA, Storia d'Italia continuata da quella del Guicciardini sino al 1789 VIII, Torino 1871, 13.22. 87 S.D.N. Clementis P. XIII litterae in forma brevis, quibus abrogantur... non– nulla edicta in Ducatu Parmensi et Placentino edita;.., Roma 1768, Tip. Camera Apostolica e in Bull.Rom. cont. IV, 1395-1401. Gli autori, i consiglieri e gli esecutori di tale legge anti-ecclesiastica sono dichiarati incorsi nelle censure canoniche, non solo minacciati di censure. 88 E. CASA, Controversie, 207-211.247-252; BENASSI, op.cit., 261-263.

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