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90 COLLABORATORE DEL DU TILLOT: 1764-1768 Abile nello sfruttare tutti i talenti della propria eloquenza, il Turchi seppe entrare nelle grazie del giovane sovrano 77 e in quelle del Tanucci. Incaricandolo di portare il suo incitamento al Du Tillot a perseverare nell'intrapresa politica ecclesiastica sen– za temere « i fulmini di Roma», il ministro napoleta:no veniva a creare la prima coalizione tra le due corti borboniche italiane con– tro Roma. Né !'intermediario poteva essere piu eloquente. Di ri– torno da Napoli questi portera al Du Tillot anche un altro inci– tamento: quello del Genovesi contenuto nelle recentissi:m.e Lezwni sul commercio 78 • Nel professore di economia politica dell'uni– versita di Napoli riviveva lo spirito anticurialista giannoniano, con la difesa della limitazione della manomorta, la riduzione dei be– nefici dei conventi, l'abolizione dei privilegi e delle immunita. I dotti convegni napoletani erano inoltre aggiornatissimi sui problemi economici e giuridici, a cui il Turchi mostrava inte– ressarsi. Dagli amici di Napoli ancora nel 1781 aspettera con im– pazienza i volumi della Seienza della legislazione del Filangieri 79 • 77 Il cappuccino mantenne a lungo il . carteggio con. Ferdinando (IV come re di Napoli, III come re di Sicilia, I come re delle due Sicilie): CERATI, Memorie, p.XIV-XV; PEZZANA, Memorie VIII, 262. Nell'Archivio di Stato di Napoli non ci e stato possibile rintracciare pero nulla. Il sovrano fece dono all'oratore dei sei grossi volumi in foglio fino allora usciti su Le antickita di Ercolano (Napoli 1766- 1778, 9 voll.), rilegati sontuosamente in pergamena. Cf. FELICE DA MARET0, Tavole dei capitoli generali, 246. Anche dopo la consacrazione episcopale i rapporti tra il Turchi e Ferdinando IV restano ottimi. Cosl il re si rivolge a lui nel 1789-90 per l'istituzione di un romitorio a Napoli (cf. ca'rteggio in MBE, MBs.Campori, 12); e preziose notizie in PEZZANA, Memorie del Turoki, f,302, ms. PBP,). Notevole, per c.ipire la natura di questi rapporti, quanto il Turchi scriveva ad Antonio Borelli alla corte di Napoli: « Sono tentato a pregarvi d'abbracciarmelo [il Re] e baciarlo in no– me mio, ma questo e troppo; se io fossi presente lo farei di sicuro, e sono ben certo che non mi relegherebbe in qualche isola siciliana... Addio caro Tognino. Conservatemi il Re e tenetelo allegro >. Turchi ad Antonio Borelli, lettera del 1789, in PEZZANA, ms. cit. Ancora nel 1796 la corte di Napoli continuava a richiedere il consiglio del cappuc– cino per i predicatori da ammettere alla cappella reale. Cf. A. Allegri al Turchi: Torino, 10 febbr. 1796. MBE, Mss.Campori, 12. 78 Turchi al Du Tillot: Napoli, 3 maggio 1767, cit. BENASSI, Guglielmo Du Tillot V, 63. Cf. anche, ivi, 189-190. Notevole e il giudizio sul Genovesi, che il Turchi scrive a Lodovico Antonio Loschi: « Il Genovesi ha un talento profondo e capace delle piu grandi meditazioni. Nella societa e amenissimo, ed inclinato alla burla; amico dell'umanita che e il maggior argomento d'un cuor docile e buono; parla con un'eleganza molto superiore al suo scrivere, e sarebbe a desiderarsi che egli solamente parlasse ed altri scrivessero. Ricco di cognizioni egli si muore di fame, situazione ordinaria degli uomini grandi che invece di doppie sono condannati dalla fortuna a far omaggio d'idee... ». Turchi al Losc}¡i, 11 agosto 1767, in PEZZANA, Memorie del Turcki, f.VI, ms. PBP. Giudizio che il Loschi, attribuendolo al Turchi, cosi trasmetteva poco dopo all'avvocato Giuseppe Dellani di Carpi: « Genovesi e un uomo grande, e un genio, che ha le idee fortissime, versato in ogni scienza, amator passionato dell'umanita; ma l'ordine, la precisione, il buon gusto spesso si desidera nell'opere sue, massimamente vulgari. Essendo un parlator solenne, tutto estro ed espressione, egli e poi debole scrittore. La penna sembra togliergli quella grandezza che la voce gli da: opprime parlando, e fa. quasi languire scrivendo; bisognerebbe che solo parlasse ed altri scrivesse >. Cf. L. CAGNOLI, Notfaie biograficke di Lodovico Antonio Loscki, in Continuazione della Biblioteca ModeneBe del TiraboBchi V (Reg– gio Emilia 1837) 340-341. Ivi pero, come anche presso il Pezzana nel luogo sopra– citato, la data 1766 va senza dubbio corretta in 1767. Si veda a p.36 nota 29. 79 Turchi ad Isidoro Bianchi: Parma, 10 dic. 1780, 19 genn. 1781; Colorno, 14 nov. 1784. Milano, B.Ambros.mss.T.136, ff.90.96.107.

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