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RAPPORTI CON LE CORTI DI MODENA E DI NAPOLI 89 quattrini alleati alle idee7 5 • La saggia amministrazione dei beni episcopali, i miglioramenti terrieri da lui apportati da vescovo nei benefici ecclesiastici, sono pero anch'essi un frutto di questo inte– resse e di questa partecipazione attiva ai problemi pratici della vita di uno stato. Ma l'ingerenza in questi problemi, nella soluzione dei quali il cappuccino aveva costantemente di mira gli interessi dei due stati limitrofi di Parma e Modena, ebbe anche l'effetto immediato di renderlo un prezioso intermediario amichevole e a suo tempo anche diplomatico tra i due governi facilitandone l'accordo e la collaporazione nell' impresa delle riforme. Inoltre, predicando la quaresima del 1767 alla corte di Napoli, il Turchi diveniva anche mediatore di spiritualita tra la corte di Parma e le correnti inno– vatrici del mezzogiorno d'Italia nello stesso tempo in cui l'ingra– naggio statale parmigiano stava per essere rimesso in moto. Lo stato che il marchese Bernardo Tanucci, un toscano di temperamento chiuso, ma di spirito pugnace, era intento a raffor– zare, offriva non poche analogie con quello del Du Tillot. Il regno di Napoli era anch'esso per sua origine e per il riconoscimento da parte del sovrano, sotto il vassallaggio del p·apato. La lstoria civile del Regno di Napoli del Giannone, con la sua tesi a soste– gno dei diritti del principato contro l'invadenza romana informava pienamente il programma riformatore del ministro di Ferdinan– do IV di Borbone, príncipe sedicenne che in quell'anno 1767 usci– va appunto di tutela 76 • in materia finanziaria. Cf. Le ville lucchesi con altri opuscoli, Parma 1783: Rapsodia política, 134-147. 75 Jgnoriamo, tuttavia, i risultati concreti di queste esperienze finanziarie del Turchi. Ne! 1777 era talmente disgustato dei madi dei fermieri (dei quali si era interessato assai di frequente, come risulta da lettere e da! Campione di Prov. dell'APC), da arrivare al punto di fare una specie di voto di non interessarsene piu! Cf. Turchi ad An. Cerati: Colorno, 25 maggio 1777. Coll.Lombardi, Colorno. Tutta– via, anche in seguito, pure da vescovo, continuo a interessarsi di ferme e di fer– mieri. Ancora ne! 1794 appoggera una ferma mista (statuita per 9 anni) guidata dal cante Francesco Galantini rappresentante la societa appaltatrice e da Gio. Bat– tista Tarchioni rappresentante il duca di Parma. Forte della protezione del Turchi, gia ne! primo triennio, pare che il Galantini avesse intascato un milione e mezzo di lire parmigiane in danno della societa, suscitando la reazione del capitalista cre– monese Gaetano Pietro Cadolini, un appaltatore, che istigato da! Cerretti (cf. let– tera del Cerretti al ministro Testi, 2 dic. 1797, in MAS, Triennio repubblicano, .188), ne! 1798 ricorrera al Direttorio esecutivo cisalpino onde aver giustizia e umiliare il Turchi, che il Cerretti chiama « Finanziere Mitrato» (cf. Cerretti al Testi: Parma, 15 dic. 1797. MAS, ivi, 188; e Ricorso del Cadolini a.l Direttorio: Cremona, 14 aprile 1798, in MAS, Legazione italiana a Parma, 219). « II vescovo [Turchi] che proteggea Galantini e colmo di confusione e cio mi consola moltissimo essendo costui il nostro piu grande nemico », scriveva poi il Cerretti al ministro Birago, il 24 giugno 1798, in MAS, Trien.repubblicano, 189. Il Sopransi da parte sua ci fa sapere come il Turchi ricevesse la gratifica di 6.000 lire da chi si era rivolto a lui per ottenere l'appalto delle ferme e come la sua famiglia « prosperasse e s'arricchisse a vista d'occhio » ! Cf. [V. SoPRANSI], Riflessioni sulle omelie di Fra: Turchi I, 132-133. Ma per questa vantata prosperita della famiglia Turchi si tenga conto di quanto dice PEZZANA, Memorie VII, 262-263.280 n.1. 76 P. ÜNNIS, Bernardo Tanucci nel moto anticurialista del Settecento, in Nuova Rivista Storica 10(1926) 328.

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