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88 C0LLAB0RAT0RE DEL DU TILLOT: 1764-1768 Il Turchi non era entusiasta della regia amministrazione 68 , mentre si mostrava attaccato alla ferma mista da lui giudica– ta piu sicura per le finanze e piu libera per il pubblico, al punto da propugnare un ritorno ad essa ancora nel 1779 allo sca– dere della regia amministrazione assunta dal Du Tillotª 11 • Lontano da astrazioni di luogo e di persone trovava perico– loso questo sistema soprattutto per la facilita con cui don Ferdi– nandu perdonava le pene dei contrabbandi, e, cio che trovava ancor piu grave per l'erario pubblico, condonava o anche solo ratizzava i debiti con gravissimi sbilanci delle finanze statali7°. Inoltre il governo non avrebbe potuto opporre che una debole sorveglianza agli ufficiali pubblici salariati e piu ancora impre– parati, che privi d'interesse personale, avrebbero permesso il mol– tiplicarsi degli abusi, senza che alcuno potesse prot~stare effi– cacemente contro di essi71. La difficolta piu grave che trovava invece nella ferma mista era la scelta degli appaltatori. E nel caso pratico scartava il pro– getto della formazione di una societa nazionale, anche per non cadere in mano ai piacentini di borsa migliore, ma non graditi 12 • Portato alla sempli:ficazione dei problemi, anziché la costitu– zione di un magistrato, il Turchi suggeriva la creazione di un consiglio di finanza, composta da un ministro, due consiglieri e un uomo di legge per i casi litigiosi7ª. Con queste note il cappuc– ci:rio dava segni di buon senso finanziario. Il contatto con un mi– nistro delle finanze come il Du Tillot evidentemente non era stato 'infruttuoso 74 , anche se in questo addottrinamento troviamo i <Is 11 Turchi e lontano da! considerare le cose ne! modo intellettualistico e astratto dei filosofi di Francia. Eppure aveva letto che il Montesquieu gia ne! 1748 (cf. L'esprit des lois) aveva criticato acerbamente il sistema dell'appalto della ri– scossione delle imposte e caldeggiata la regia amministrazione. Ma in questo non e invece lontano dai novatori italiani, come il Genovesi, il quale non aveva saputo decidere la questione e, se mai, trovava preferibile il sistema dell'affitto, purché regolato da leggi severissime e ridotto. Cf. Lezioni di commercio o sia d:economia civile da, leggersi nella cattedra intieriana di Na.poli, Milano 1768, 278. Cf. RICCA– SALERNO, Storia delle dottrine finanziarie in Italia, Palermo 1896, 112-118. 69 Le Note autografe del Turchi che utilizziamo in queste pagine abbracciano i seguenti tre punti: 1) Motivi che escludono una ferma assoluta; 2) Amministra– zione o reggia: suoi pericoli; 3) Ferma mista: questa sembra la piu lodevole, mss. in APC. 70 Amministrazione o reggia, nn.1-2. Conoscendo bene i suoi concittadini il Turchi biasima la loro interessata generosita nell'offrirsi come pubblici ufficiali, in partenza anche senza un soldo, per poi passare ad esigere non solo lo stipendio legittimo, ma anche le gratificazioni, portando notevoli diminuzioni al reddito statale del piccolo ducato. lvi, n.3. • 71 Amministrazione o reggia, n.4. 72 Ferm,a, m,iata, n.6: « ... Sono di parere che tra tutti i sistemi il piU lodevole sia quello di una ferma mista la cui societa sia composta di forestieri non sola– mente responsabili, ma anche onesti, savi e discreti per condurre I'affare e con energia e con tranquillita >. 73 Ferma mista, ivi. A questo consiglio di finanza bisognava pero porre molte condizioni e patti, perché non degenerasse o in danno della corte o del pubblico. 74 Oltre il contatto con il ministro, anche i quotidiani colloqui con Antonio Cerati, seguace in questa parte delle idee del Galiani, del Genovesi e di altrí riformatori, contribuirono a permettere al Turchi d'interloquire come uno specialista
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