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80 COLLABORATORE DEL DU TILLOT: 1764-1768 Siamo nei giorni in cui si lavora assiduamente alla stesu– ra della prammatica delle manimorte pubblicata poi il 25 ot– tobre 1764. lgnoriamo il contenuto delle conversazioni e rapporti avuti in quei giorni dal Turchi con il Du Tillot. La sua presenza in Parma ci toglie anche il beneficio del carteggio col ministro, che illumini la situazione. Poco dopo la comparsa della prammatica troviamo pe– ro che il frate conosce gia la nuova legge che si preparava sui tributi ecclesiastici, il noto E di t to di perequazione tribu– taria del 13 gennaio 1765. Protesta al Du Tillot la sua ammi– razione, per le sue doti personali, piu ancora che per la sua carica di ministro. N el tempo stesso cerca in Roma un a bu o na spia apostolico-roma na per avere informazioni da co– municargli; spia che trova nella persona di mons. Giuseppe Mar– chisio, incaricato del duca di Modena a Roma e occulto esplo– ratore romano a conto di diverse altre corti3 8 • Ancora nel dicembre del 1764, durante la predicazione del– l'avvento nella cattedrale di Piacenza, noncurante che i nobili del– la citta lo sospettasseroª 9 per il suo attaccamento al ministro, manda sollecitazioni all'amico, perché faccia studiare dallo Schiat– tini un forte rimedio contro l'esodo del denaro degli ecclesia– stici. Suggerisce un censimento delle loro entrate nonché l'isti– tuzione di un economo regio che vegli su tutto cio 40 • Questa volonta di controllo e di freno delle ricchezze degli ecclesiastici, questi incitamenti noti solo perché la distanza non permetteva di conferire oralmente con il Du Tillot, ci lasciano immaginare un Turchi, che anche a voce stimola e sprona il go– verno di Parma alle riforme. Di fatto queste ultime ardite inno- era tutt'altro che inedito! E come in Francia venne ritenuto opera del delfino, padre di Luigi XVI, cosi in Italia taluno credette che anche' l'originale :fosse del Turchi. Cf. A. CERATI, Elogio di S.A.R. Donna lsabella, Parma 1780, 87; C. CANTÜ, Italiani illustri II, 635-636; G. MELZI, Dizionario di opere anonime II, 174; H. BEDARIDA, Parme dans la politique frangaise, 178 n.2. Ancora ne! 1788 il Turchi lavorava attorno ad un'altra opera ms. di Isabella di Borbone, come appare dalle carte con– servate alla Bibl.Estense di Modena: « Elenco dei capitoli dell'opera di Madama Isabella posseduta da mons. Confessore di S.M. la Regina di Napoli: 1788 » (in realta l'originale era conservato a Vienna). Dalla divisione dei capitoli fatta dal Turchi, l'opera si annunciava di notevole interesse: Devoirs du citoyen, des mreurs, des plaisir, de l'amitié, de que fon doit a la société... MBE, Mss.Campori, 12. 38 Turchi al Du Tillot, 29 nov. 1764, cit. da BENASSI, op.cit. V, 62 nota 3. II Du Tillot piii tardi confessera di non avere mai avuto in Roma una spia migliore del Marchisio, cf. Aless. Verri al fratello Pietro: Roma, 17 luglio 1771, in Carteggio di A. e P. Verri a cura di F. Novati e E. Greppi IV, Milano 1919, 223. I rapporti che il Turchi tiene, nell'interesse delle due corti di Parma e di Modena, con que– st'uomo che al dire di Aless. Verri godeva in Roma « la peggiore reputazione del mondo», sono frequentissimi come dimostrano le lettere disperse in ASP, Cart.borb. 945; Cart.Du Tillot, 53 e in ASM, Cancelleria ducale; Suprema giurisdizione: Turchi. 39 Una nota di Piacenza dice invece che il P. Adeodato fu favorito assai da questi cavalieri durante la predicazione. Cf. Campione di Piac. II, f.29, ms. in APC. • 0 BENASSI, op.cit. V, 62-63.

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