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78 COLLABORATORE DEL DU TILLOT: 1764-1768 chi non abbia potuto ottenere dal ministroª1. Ma e difficile capire se cio debba attribuirsi alla ostinata negazione dell'uomo di stato o alla condiscendenza del cappuccino. E' certo, comunque, che gia in questo tempo i rapporti tra i due amici sono sospetta– bili di intese segrete. Anche il cronista dell'ospedale della Mise– ricordia, il cappuccino Maurizio Ramelli, con una certa sospen– sione di animo e di giudizio annota che il Turchi: «scrisse varie cose, cioe fece varie memorie, per qual uso e con quale idea non si sa bene, che di simili rriemorie altre volte fatte non se n'e veduto alcun effetto, nonostante la grande sua amicizia col pri– mo ministro ~ l'indicibile intrinsichezza con tutti quelli della se– greteria di S.A.R. » 32 • Sebbene sia impossibile trovare il piano su cui avvenivano ta– li compromessi, questa familiarita del frate con il Du Tillot e caparra della collaborazione e della istigazione alle riforme, che non dovevano tardare a incominciare. Piii. .che una mente dottrinalmente sicura, all'inizio delle innovazioni il Turchi rivela percio un pensiero pratico, un in– teresse borghese e soprattuto un grande attaccamento al suo mi– nistro. E' appunto per questo che la sua collaborazione non appare tímida e incerta, ma sicura e audace fin dall'inizio. Cosl durante il quaresimale a Lucca nel 1764, egli esamina e s'interessa di questioni e di problemi con gli occhi stessi del suo amico. Dopo aver cercato e fatto cercare per tutta la Tosca– na, roa inutilmente, un valente professore di diritto pubblico per l'universita di Parma, consiglia al ministro che si debba fare ri– corso alla Germanía, ove le scienze giuridiche sono cosl avanza– te che uno scolaretto di Gottinga o di Lipsia ne sa piii. dei miglio– ri avvocati italiani3ª. Addita all'amico l'esempio delle campagne lucchesi. A Parma si potrebbero eccitare i contadini a maggiore resa, oltre cpe coll'assidua vigilanza statale, con il mezzo di con– dizioni piii. vantaggiose da parte dei loro padroni. Anche per– ché, a suo parere, l'inferiorita delle campagne parmigiane non derivava solo dalla relativa scarsita di popolazione, roa anche dalla pigrizia dei contadini e dall'indolenza dei proprietari, e gli uni e gli altri nemici d'ogni piii. utile novita, perfino delle mac– chine istrumentali nei loro lavori3 4 • 3l BENASSI, op.cit. V, 61 notii 2. • 2 M. RAMELLI, op.cit., f.139. 33 Turchi al Du Tillot: Lucca, 29 marzo 1764, cit. da BENASSI, op.cit. V, 62 nota l. - Si scrisse infatti a Strasburgo, a Mannheim, a Monaco, ma ancora nel 1768 le ricerche non avevano dato buon esito. Cf. CESARINI SFORZA, Il padre Paciaudi e f,a riforma dell'Universiti't, 22-23. Su! poco interesse degli italiani per il diritto pubblico eguale giudizio anche in L.A. MURATORI, Dell,a pubblica felicita, Lucra 1749, 44. 34 Turchi al Du Tillot: Lucca, 17 aprile 1764, cit. da BENASSI, op.cit. III, 108. 112-113. Cf. anche E. ROTA, Le origini del Risorgimento II, 638. Vivissima del.resto in quegli anni doveva essere !'eco delle pubblicazioni e dell'opera riformatrice nel granducato in cui il Turchi tra il 1760 e il 1764 passo lunghi mesi primaverili. Cf. A. MORENA, Le riforme e le dottrine economiche in Toscana, in La Rassegna

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