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LA PRAMMATICA DELLA MANOMORTA: 1764 77 tore in senso contrario, il P. Adeodato nella sua qualita di guar– diano, nei primi mesi del 1762 non sa a che santo votarsi. Teme di finire necessariamente vittima o dell'Inquisizione o della cor– te25. Tanto piu che, come confida al Du Tillot, paventa le pro– cedure di un tribunale che, com'e in Italia, 1o fa s pirita re da 11 a p aura. Né puo disobbedire all'Inquisizione neppure se lo protegge il ministro, perché quella lo raggiungerebbe egual– mente fuori del ducato, ov'e costretto a recarsi nelle predicazio– ni26. Impegnato inoltre a difendere il suo frate, il Turchi ricorre ripetutamente al Du Tillot, il quale non gli cela pero che il mo– tivo « fortissimo » per cui non intende cedere e l'interferenza del– la Inquisizione nella faccenda. Contro di essa con il P. Adeodato « si espresse nella maniera piu energica fin a protestare che se non avesse considerata la lettera del P. Guardiano come confiden– ziale avrebbe subito spedito il bando anche contro l'I... [nquisi– :zione] » 27 • Per uscire di difficolta il Turchi vorrebbe rimuovere, a suo tempo, tutti frati dall'ospedale, anche per sottrarli (dice) alle persecuzioni dei capi di quel luogo pio 28 • Ma il Du Tillot gli riget– ta la proposta sbrigativa non solo perché stima quei frati trop- 1)0 utili nell'assistenza agli infermi, ma anche perché il P. Adeo– dato faceva capire di non volere assolutamente opporsi al pia– eere del ministro. Infatti, poco dopo, dichiarandosi pronto « a sacrificare tutto se stesso per una podesta, che dal solo Dio e istituita » mandava il frate a cambiar aria nel convento di Fonte– vivo facendogli spedire un ordine dal ministro 29 • Pochi mesi ap– presso pero il frate ebbe liberta di ritornare alla sua carica nel– l'ospedale, graziato e consolato dal Du Tillot, il quale era sod– disfatto, evidentemente, di non aver ceduto alla Inquisizioneªº. 11 Benassi osserva che questa e la prima grazia che il Tur- 25 Turchi al P. Michelangelo da Piacenza: Parma, 14 maggio 1762, in APC. 26 Turchi al Du Tillot, maggio 1762, cit. da BENASSI, op.cit. V, 60-61. 27 Turchi al P. Michelangelo: Parma, 4 giugno 1762, in APC. 28 Turchi al Du Tillot: Parma, 8 giugno 1762. Copia in APC: « ... La supplico .tl far uso di que! sentimento d'umanita, che in tutta !'Europa civilizzata e divenuto una legge tra chi serve ed e servito, cioe il prendere e dare reciprocamente congedo quando !'uno non e contento dell'altro ... ». Ne! frattempo un nuovo Regolumento introdotto nell'ospedale prevedeva per i cappellani una tassa in danaro, anziché i1 vitto consueto. II P. Adeodato si oppone a questa innovazione: « ... Per chi non e capace del nostro vivere quest'e una bazecola: ma tra di noi vien reputato un odelitto che religiosi privati abbiano danaro a loro disposizione... ». Turchi al Clerici [lettera inclusa in una altra al Du Tillot]: Parma 8 giugno 1762, in APC. La resi– stenza del guardiano dei cappuccini sembra tenace in questo campo: « Noi cede– remo in tutto, salva la coscienza ed il decoro, perché della prima né il sovrano né il ministro, ma il solo Dio e padrone; il secondo e la base del nostro sostenta– mento, Scrivo con questa franchezza al Ministro ed accada cio che vuole... ». Turchi al P. Michelangelo: Parma, 18 giugno 1762, in APC. Questa costanza nel rigettare 1'offerta in danaro invece di diminuire la stima della corte, ebbe l'effetto contrario. 29 Una tale giustificazione si trova solo presso Benassi (op.cit. V, 61), che non dice donde prenda, ma era comune in quei tempi. so M. RAMELLI DA PELLEGRINO, Memorie riguardanti i PP. Ospitalieri, ff.150-52, ms. in APC.
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