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I PRECEDENTI DELLA COLLABORAZIONE 73 Pertanto il primo concetto teorico general€! dei rapporti tra la chiesa e stato affermato dal Du Tillot una volta giunto al po– tere, e quello dei sacri diritti della sovranita nel governo civile del proprio stato anche di fronte alla chiesa di Roma 8 • Ma era– vamo in un secolo in cui la logica delle idee non seguiva, né espri– meva sempre quella dei fatti. Gli stessi ricorsi del clero alla po– testa temporale in questioni puramente religiose facilitava il pas– saggio dalla rivendicazione dei diritti feudali alla pretesa di quel– li spirituali. Tirando, per cos1 dire, il governo in sacrestia in un affare interno dell'Ordine, il Turchi stesso nel 1761 offriva al Du Tillot una delle prime occasioni di mostrare chiaramente cosa, in linea di massima, comportasse l'affermazio:ne della pienezza dell'autorita sovrana. Ecco come. Nel 1760 un moto di riforma cappuccina movendo i primi passi da Roma aveva guadagnato aU'ideale dei conventi di « ri– tiro » anche un drappello di religiosi della provincia di Lombar– dia. La direzione del movimento segreto era stata assunta in Par– ma da un elemento prezioso ed influente: il nobile Michele Gon– zález di Pamplona, figlio del governatore della piazza della capita– le della Navarra. Passato in Italia con l'esercito spagnolo, il Gon– zález aveva meritato sui campi di battaglia il grado di colonnello del reggimento di Murcia. Ma a 32 anni, emulando il leggendario paesano Tiburcio Redín, barone di Bigüezal 9 , nel 1751 aveva ab– bandonate le armi e indossato il saio cappuccino in Guastalla 1 º. Frustrato nel suo ideale missionario, sulla fine del 1760 era ri– tornato da Roma a Parma insieme al P. Lorenzo Gambara da Zibello 1 1, guadagnato al moto riformistico, che si era dato tosto a propagare con grande segretezza. Il nobile spagnolo godeva di troppi appoggi alla corte perché don Filíppo gli potesse negare il consenso sulla cessione di un convento cappuccino dei suoi stati per la fondazione prospettata 12 • allora proibito in Roma c o n grand i s si m o s t re p i 1J o . Turchi al Du Til– lot: Lucca, 29 marzo 1764, cit. da BENASSI op.cit. V, 62 nota 1; e Du Tillot al Turchi: Parma, 3 aprile 1764, minuta in ASP, Cart.borb. 933. Con il suo interessamento il frate contribuiva a provvedere la biblioteca del ministro degli strumenti della lotta antipapale. Atteso il « credito in cui corre quest'opera » il Du Tillot ne! 1766 ne fa venire 6 copie per se e permette al mercante Giuseppe Giuliarii di « farne venire qualunque numero di esemplari, purché non siano venduti totalmente in aperto e che lo spaccio si renda utile in rapporto alle persone illuminate », cf. scambio di lettere Du Tillot-Schiattini, 17-18 apr. 1766. ASP, Giunta di Giuridizione, 7. Per l'Anti-febronio del P. Zacearía il Turchi si mostra meno sollecito nel provvederne il ministro, cf. scambio di lettere tra Bianchi e Du Tillot, 17 e 18 marzo 1768. ASP, Cart. Du Tillot, 53. 8 BENASSI, op.cit, V, 25-26. 9 Tra i cappuccini si chiamo Fr. Francesco da Pamplona. Cf. LAZAR0 DE ASPURZ, O.F.M.Cap., Redín, soldado y misionero (1597-1651), Madrid 1951. 10 Registro delle vestizioni fatte a Guastalla, f.53, in ACP. 11 Braccio destro del González morto a Guastalla il 13 dic. 1781 in concetto di santita. Cf. Guastallen. beatificationis et c.anonizationis servi Dei Laurentii a Zibello, sacerdotis Ord.Min.S.Francisci Cap. positio super introductione causae, Romae 1889; L. G0RRINI, Il venerabile P. Lorenzo da Zibello, cappuccino, Torino-Roma 1932. II Turchi tenne sempre presso di sé un piccolo busto di questo suo suddito. 12 II Du Tillot, infatti, consultava il González per affari ecclesiastici (cf. Jet-
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