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AMICI DI TOSCANA, ROMA E GENOVA 59 « partito »; e solo nel senso piu largo del termine, come e inteso per il Settecento italiano, puo essere considerato giansenista, men– tre resta piu prossimo .ai giurisdizionalisti di stampo regalistico plasmato sui modelli del Du Tillot e del Tanucci. Piu che alla categoria del Bottari, del de' Ricci, del Tambu– rini, uomini di una religiosita votata all'idea macchiavellica di « sacrificare l'anima » alla propria causa 1 24 , il Turchi parrebbe piuttosto appartenere alla schiera di quegli uomini che, come Muratori, Angelo Maria Bandini, Giovanni Lami, Gaspare Cera– ti, Giovanni Cristofano Amaduzzi, camminano e lottano ai con– fini tra ortodossia ed eresia, senza che si possa tuttavia consi– derarli eretici. Uomini, insomma, liberali e progressisti, che il Codignola, cedendo forse ad una suggestione personale, ha posto fra i « rappresentanti caratteristici dell'illuminismo cattolico di quegli anni » 12 5, tendendo a identificarli con l'aristocrazia intellet– tuale del cattolicesimo italiano del secolo XVIII 126 • 5. AMICI DI TOSCANA, ROMA E GENOVA. Nelle sue peregrinazioni apostoliche il P. Adeodato venne del resto frequentemente a contatto con uomini di. tempra assai af– fine alla sua. La fama del suo Qua res i m a 1e sembra, anzi, 124 E. ROTA, Le origini del Risorgimento, 737. 125 Cf. E. CODIGNOLA, Il giansenismo toscano nel carteggio di Fabio de' Vecchi I, 11-39; Idem, llluministi, giansenisti e giacobini nell'Italia del Settecento, 51-54.200- ·201.347 e passim. Vedi inoltre P. ALATRI, Profilo storico del cattolicesimo libera/e in Italia, passim. La terminología e. la distinzione conseguente tra « giansenismo », « illuminismo cattolico » e « illuminismo razionalistico », partita da! Codignola, e stata recentemente applicata da diversi studiosi che si sono interessati dei moti .culturali, sociali, politici e re!igiosi dell'ultimo decennio del Settecento italiano. Cf. A. DE STEFANO, Rivoluzione e religione nelle prime esperienze costituzionali italiane (1796-1797), Milano 1954, 31-32; D. CANTIMORI, Giacobini italiani, Bari 1956, 407-413; DE FELICE, Studi recenti di storia del triennio rivoluzionario in Italia 1796-1799, in Societa 3(1955) 503-507; Idem, L'evangelismo giacobino e l'abate Claudia Della Valle, in Riv.Stor.Ital. 69(1957) 196-197 e passim. Su tale classificazione cf. E. PASSERIN o'ENTREVES, Giansenisti e illuministi, in La Cultura illuministica in Italia, 206-207. Sul movimento cattolico liberale del Settecento in Europa, cf. bibliografia in P. HA'ZARD, La pensée européenne au XVIIJe siecle. Notes et références III, Paris 1946, 52-54, e sintesi aggiornata per la Francia e Germanía in E. PRECLIN-E. JARRY, Les lutter politiques et doctrinales aux XVII' et XVIII• siecleB, Paris 1956, 728-736, '739-746. 1 w Su! movimento cattolico progressista e riformatore del ducato di Parma, cf. G. BIANCHI, La vita e i tempi di Gregario Cerati, 254-257, ove tra l'altro scrive: « L'opinione della maggioranza [del clero] era quella di re s tare ... e subito distingueva lo sparuto gregge degli innovatori col nomignolo ereticale di g i a n - s e n i s t i ... Ma non si potevano confondere i partigiani della riforma ecclesiastica, coi veri e eonvinti seg>ullci delle dothine dell' A u g u s ti n u s . Essi erano e vo– levano essere cattolici... solo correggere le cause della ignoranza ne! clero, che portava superstizione ed immoralita tra il popolo. Turchi, Gaspare Cerati, Ubaldo Cassina, Antonio Bianchi [prevosto di S. Uldarico, scrittore oggi meritamente •dimenticato], Lodovico Loschi ed altri: questi gli uomini che tentavano una nuova via... ».
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