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58 RITRATTO STORICO-PSICOLOGICO late, e che vedremo piu avanti, e il suo atteggiamento concreto di fronte a problemi e situazioni, che lo avvicina ai giansenisti, coi quali ha in comune una certa affinita mentale e non pochi punti di contatto in campo pratico. Verso di essi inoltre non riesce a celare curiosita e simpatía, anche quando ostenta avver– sione; e difficile pero capire fino a qual punto dottrinalmente egli sía avvicinato ad essi. Come i giansenisti egli avversa co– munque i1 molinismo, i1 lassismo e i1 probabilismo, ma condan– na i partiti e 1' « odio teologico » 12 º. E' alieno da ogni forma di spietato rigorismo, ma difende anch'egli ed esalta S. Agostino, benché non come unica fonte di verita. 121 • Oppugna anch'egli l'as– solutismo papale, lo spirito di dominazione di Roma, i gesuiti, l'Inquisizione, ma gli manca il concentramento interiore sui pro– blemi religiosi, l'intransigenza teologica 122 , l'interna disposizione e il tono di religiosita, l'acceso spirito proselistico, la passionale e sistematica opposizione ai gesuiti, né appare impegnato alla dif– fusione e al trionfo della « sana dottrina », contro chiunque e a qualsiasi costo, come lo sono i giansenisti di razza 12 ª. In questo senso non solo non si vede un suo contributo positivo al gianse– nismo italiano, anzi all'opposto parrebbe un elemento perduto per i1 giansenismo, cioe per quella forma di organizzazione ec– clesiastica, dottrinale e pietistica vagheggiata dagli uomini del mune di idee. Ma « a nostro avviso, che questo c e m e n t o comune di idee, ten– denze, avversioni, preferenze, esistesse e specialmente ne! giansenismo di una Na– zione divisa in vari stati come l'Italia, e certo; che abbia prodotto confusioni e fatto apparire giansenisti anche quelli che propriamente, non erano, e pur vero; ma non si pub mettere sullo stesso piano un Tamburini e un Turchi, un Ricci e un Pujati, e, diciamolo pure un Degola e un Tosí... ». G.S. MANFREDI, Per la storia del giansenismo, 794. 120 E' notevole il giudizio dato dall'Affo sul Turchi: « ... Non e per nulla ía– natico e in materia d'opinioni specialmente teologiche, io l'ho sempre sentito espri– mersi col linguaggio di chi non ama i partiti... ». Ireneo Affo al card. Valenti Gonzaga: Parma 24 giugno 1788, orig. in MBE, Autografoteca Campori; cf. anche A. NERI, Lettere inedite di P. lreneo Affo al Card. Valenti Gonzaga, 217. La stesso cosa !'Affo scriveva poco dopo al Marini: « 11 nostro vescovo ha esposto una lettera pastorale ove condanna le discussioni in materia di dottrina teologiche e dice che· invece di disputare dovrebbero gli ecclesiastici operare a tenore del vangelo e delle massime della chiesa ». Affo a Gaetano Marini: Parma 17 aprile 1789, orig. in Bibl. Vat., Vat.lat. 9042. Cf. G. GASPERONI, Carteggio inedito del p. lreneo Affo con Gaetano Marini, 165. 121 Trattando della p red e s tina z ion e , con tono agostiniano, afferma: « lo parlo sempre, o signori, colle dottrine dell'apostolo Paolo, del Padre S. Ago– stino e del suo fedele discepolo l'angelico S. Tommaso » Op.comp.Z. XVI, 60: Timor di Dio. Combatte la falsa opinione della sufficienza della onesta naturale « esecranda bestemmia pronunciata gia da Pelagio nel principio del quinto secolo, combattuta poi e conquisa da quel strenuo difensore della grazia e delle vere virtu, il padre S. Agostino ». lvi, VI, 151: Onesta morale. l22 In uno schema autografo del Turchi, a proposito delle controversie tra attrizionisti e contrizionisti si legge: «Si on avait commencé par expliquer les mots de la dispute serait manqué aux Théologiens de quoi s'amuser... Les jesuites soutient... Les autres... Je dis que c'est un dispute de mots..; ». Minute e schemi, in APC, cf. Giudizi temerari. Gia ne! 1762 a riguardo delle discussioni tra probabilisti e avversari: « lo pero in cotali viluppi non mi imbarazzo. Sto alle dot– trine dei padri, sto agli oracoli della chiesa ». Op.compl. XIX, 135-136: Necessita di riflettere prima di operare. 1 23 G. DAMMIG, op.cit., 28-29.
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