- 92 - e, ciò che stupisce, lo ritenne sostenendo nello stesso tempo altre cariche, una sola delle guaii sarebbe bastata ad oc– cupare tutto guanto un uomo, per abile ed attivo che fosse. Udite le sue prime prediche Papa Urbano si persuase subito, essere il P. da Genova un uomo di abilità non or– dinaria. Gli diresse perciò · due brevi nominandolo, quasi contemporaneamente Consultore delle sacre Congregazioni del Concilio e dei Vescovi e Regolari. L' Ordine poi, gareggiando col Papa nel riconoscere i meriti del P. Francesco, nel 1625 (fuori di Capitolo) lo elesse Procuratore Generale, carica che gli fu riconfermata nel Capitolo Generale del 1633. Intanto nel 1632, morto il P. Girolamo da Narni, Vicario Generale dell' Ordine, Egli, per Ordine espresso del Papa, ne assunse l' ufficio, ritenendo in pari tempo quello di Procuratore. Urbano VIII lo giudicava abile a tutto, ed i fatti dissero che questo giu– dizio del Pontefice rispondeva a verità. Egli disimpegnò tutti questi uffici con tale soddisfazione di tutti, che non se ne poteva desiderare maggiore. E di questa soddisfazione volle dare pubblica testimo– nianza lo stesso Pontefice Urbano VIII, rilevandone, in pub– blico Concistoro, i grandi meriti, e dichiarandolo degno di essere annoverato tra i membri del sacro Collegio. La ri– soluzione del Pontefice spaventò l'umile Frate, il quale vi– vamente implorò di essere dispensato dall' accettare l' onore che gli si proponeva, ed esonerato da tutti gli altri uffici, per potere attendere unicamente a prepararsi alla morte, che la sua malferma salute gli faceva prevedere vicina. Benchè a malincuore, il Sommo Pontefice, grandemente meravigliato di tanta umiltà, accolse le suppliche del P. Fran– cesco, il quale così potette tornare nella sua Provincia,

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