• - 82 - suo figlio, e gli chiese umilmente perdono della follia che lo aveva portato ad odiarlo. La pace era fatta ; Fr. Gi– rolamo poteva tornare contento al chiostro, per proseguire i suoi studi, iniziati subito dopo la sua professione religiosa. Egli ebbe a Maestro il celebre servo di Dio Mattia Bellintani da Salò. Il Maestro era degno del discepolo, e viceversa:. Tali furono i progressi da lui fatti nello studio, che, non ancor Sacerdote, fu ritenuto abile ad insegnare Filosofia e Teologia. Ma più che nella catt;dra ·doveva egli. manifestarsi meraviglioso nel pulpito, ed un caso provvidenziale volle che Egli ascendesse il pulpito ancor prima di essere sacer– dote. Ammalatosi . il predicatore destinato a predicare la quaresima nella cattedrale di Temi, fu imposto al giovane chierico Cappuccino di andare a supplirlo. « Non aveva ancor lanugine al mento, et fermatosi a quella predicatione, ivi pose i suoi primi stipendii, con riuscita sì generosa et con tal senso dei cittadini, che mai non si tennero meglio provveduti, che di quell'Angelo ». (I) Di qul si iniziò la gloria di Cimiamo e le principali città del!' Umbria fecero a gara per averlo predicatore nelle ' loro Chiese, le quali riuscivano sempre insufficienti a conte- nere la folla degli uditori. Ben presto però la sua fama varcò i confini dell' Um– bria, e giunse fino a Roma, che lo volle predicatore nelle Chiese di S. Luigi dei Francesi, di S. Lorenzo in Damaso e nella Chiesa Nuova, suscitando in tutti e dovunque stu– pore ed ammirazione. Gli alti dignitari della Corte Ponti- (1) Lettera scritta a Mons. Bescapè da ignoto nell'anno 161 L Barb. Lai. N. 4508.

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