- 49- Dedito allo studio fin dalla prima età, lo troviamo nel I 546 a Bologna, dove ascoltando una predica del P. Girolamo Domemvi della Compagnia di Gesù, si sente attratto ad entrare nella stessa Compagnia, e primo tra gli Italiani, ne fa domanda e vi è ammesso in Roma da S. Ignazio, che gli si fa maestro di virtù. Sotto la guida di un tale maestro, compie tali meravigliosi progressi che solo dopo due anni i Superiori lo giudicano atto ad essere inviato in Sicilia per la fondazione di un Collegio, nel quale egli inseg~a belle lettere. Lo reputano anche idone•:>, quantunque non ancora Sacerdot~, alla predicazione della divina parola, e ben pre– sto attira su di sè l' ammirazione dei popoli che hanno la fortuna di ascoltarlo, e pubblicarr.ente, dopa la predica, si acclama al suo indirizzo: {Beatus venter qui te portavit. Tornato a Roma nel I 55 3, è ordinato Sacerdote, e con maggior fervore si dedica alla predicazione. La natura aveva profuso in lui doni preziosi per un oratore: bella presen– za, voce sonora, dignità di gesto, facilità di parola. Era un oratote eccellente. Dalla meditazione delle cose celesti poi, in cui si dilettava assai, e durante la qua-le si profondeva spesso in lagrime, egli attingeva una particolare energia nel dire, uno zelo speciale nel promulgare le divine verità, ed una tale pietà che era, ritenuta commun':!mente meravigliosa. Roma, Milano, Torino, Genova, Venezia ascoltano riverenti ed acclamano questo singolare banditore della divina parola, che non è acclamato solamente dal basso popolo, ma dagli stessi Pastori della Chiesa, e da~ Reggitori della cosa pub– blica, che lo hanno canss1mo. Anche S. Carlo Borromeo lo ebbe in onore e lo inviò a Milano perchè ivi fondasse 4

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