- 43- segreto ; e questa servì allo scopo fino agli ultimi tempi, nei quali si è ritenuto opportuno scegliere, come sala più atta alla Predicazione, l'Aula detta del Trono. Nel Quiri– nale, finchè i! palazzo fu in possesso del Pontefice, quando si tenevano ivi le prediche, ebbe generalmente il sopravvento la sopraricordata ·sala seconda. Come abbiamo già notato, hanno il dritto di · interve– nire alla predica, che si tiene nel sacro Palazzo, · oltre che i Sig. Cardinali ed i vescovi che si trovano a Roma, anche i Prelati, i Generali degli Ordini Religiosi Mendicanti, ed i Procuratori dei medesimi, i Penitenzieri Pontifìcii della Ba– silica Vaticana ed i Camerieri segreti partecipanti. Altri non vi possono essere ammessi se non dietro permesso di Sua Santità. Fu Urbano VIII che stabilì questa disciplina la quale in seguito è restata pressochè immutata. Prima potevano as– sistere alla predica non solo i caudatarii dei Cardinali ed i loro familiari unitamente ai familiari del Papa, ma anche gli Ambasciatori presso la Santa Sede, e tutti coloro ai quali in qualunq1:1e modo era permesso l' accesso ai sacri Palazzi. Avveniva così che spesso la sala prescelta per la . predicazione non era sufficient~ ad accogliere gli uditori, e si ebbe anche a deplorare in essa, durante la predica, qual– che svenimento causato dalla ressa degli uditori stessi. Il giorno 8 Dicembre 1623 si ebbe la sorpresa, da quelli che si erano recati in Vaticano per ascoltare la pre– dica che ivi si teneva, di vedere eretti due pulpiti, in uno dei quali doveva salire il nuovo Predicatore Apostolico P. Francesco De Nigro da Genova, Cappuccino, ad udire il quale erano ammessi solo i Prelati Maggiori, oltre i Car– dinali ed i Vescovi ; nell' altro doveva predicare il Maestro

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