126 - poche difficoltà provenienti dalla famiglia, ed anche dalle stesse condizioni di sua salute, rese precarie dalle continue mortificazioni alle quali fin da giovinetto si era assoggettato, vestì le serafiche lane Cappuccine in Forlì, nel 1698, mu– tando il suo nome in quello di F. Bonaventura da Ferrara. In breve tempo si fece notare per la santità della sua vita, per la sua dottrina; e per una straordinaria prudenza nell' agire, ed i Superiori non tardarono a porre sul cande– labro questa lucerna, che risplendeva di luce vivissima già dagli inizi della sua vita religiosa. Gli fu affidata la cura di istruire i giovani alunni Cap– puccini nelle scienze sacre, e gli furono successivamente commessi tutti i più delicati uffici dell'Ordine, fino a quello di Ministro Generale. Non minore lode seppe egli conquistarsi nell' arte del dire. Le sue prediche erano pervase da uno spirito vera– mente Apostolico, che spingeva irresistibilmente il popolo cristiano alla pratica della virtù. Non è perciò meraviglia se i primarii pulpiti dell' Italia si disputassero la gloria di avere questo santo banditore delle verità rivelate. La sua fama crebbe ogni giorno più, e non tardò a giungere alle orecchie del Sommo Pontefice Innocenzo XIII, allora eletto al Trono Pontificale. Questi lo fece venire a Roma e gli comandò di assumere il non facile compito di predicare le verità eterne alle somme autorità della Chiesa. Già nella prima Predica, da esso recitata come Pre– dicatore Apostolico, si manifestò chiaramente che egli non giungeva ignoto agli uditori. Infatti il Diario fa risaltare es– sere stati presenti a guella predica, oltre 'il Sommo Pon– tefice, trenta Cardinali, molti Prelati di ogni grado e

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