- 118 - diche dello spmto del quale sono informati gli scritti di Tertulliano, di Girolamo, di Ambrogio. Spirito che appa– risce dotato del dono della fortezza, nel riprovare, senza sottinteso alcuno, il male, e nello zelare il bene. Altri hanno giudicata esagerata questa fortezza che si rivela in ogni predica del Casini ; ed in verità sarebbe esagerata, se immutata, si usasse da altri che non abbia la tempra e la virtù del Casini. Ma anche gli oratori, come del resto tutti gli altri artisti, sanno spesso fare accettare come perfezione, ciò che ordinariamente apparisce come di– fetto. Negli scritti però il difetto riapparisce, perchè lì manca la voce viva dell'autore, per la quale ciò che si dice ap– parisce sotto un aspetto totalmente differente. Che questo principio abbia ad applicarsi alla _predica– zione del P. Cassini, non può affatto dubitare chi rifletta agli allori, che egli raccolse dovunque fece sentire la sua voce potente. Firenze, Siena, Venezia, Parma, Napoli, Roma ap– plaudirono questo forte banditore della parola divina; ed agli applausi delle principali città Italiane, si unirono con– cordi, quelli delle città ultramontane, che ebbero il piacere di ascoltarlo, nell'accompagnare che fece il Generale P. Ber– nardino d'Arezzo in sacra visita. Ed a Parigi agli applausi del popolo unirono i loro applausi anche il Re di Francia e la Regina_ d'Inghilterra, la quale si trovava casualmente a Parigi quando vi predicò il Casini. Ed anche lo stesso imperatore di Germania unì la sua voce a quella dei popoli e dei re, per dare al P. Fran– cesco la lode di oratore ottimo. Già nel 1685 si faceva il nome del Predicatore d'Arezzo, come probabile successore del P. Recanati, as-

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