110 - sciamo. Egli aveva allora appena 13 anm, e non aveva ancora raggiunta l' età canonica per potere essere accettato al Noviziato. Però solo sul compirsi dei due anni di No– viziato prescritto dalle costituzione della Compagnia, i su– periori si . accorsero dell' errore, e vi rimediarono facendogli protrarre, fino ~ al tempo debit~, l' emissione dei voti reli– g10s1. In questo tempo si applicò, con quel profitto che facilmente può rilevarsi dai suoi scritti, allo studio delle belle lettere e poi a quello della filosofia. E dopo avere insegnato per tre anni le belle •lettere, fu ammesso allo stu– dio della Teologia, avendo per maestro il Padre Sforza Pallavicino, che fu poscia Cardinale. Ammirabile nello apprendere, non lo era meno nel · praticare talora fino all' eroismo le più belle virtù cristiane e religiose. Specialmente a lui caro era lo spirito di mor– tificazione, tanto che non una sola volta i Superiori dovet– tero intervenire, usando della loro autorità, per moderarla. Ordinato sacerdote circa F anno 29 di età iniziò su– bito la preparazione a quella predicazione che doveva ri– chiamare sopra di sè l' ammirazione del mondo, e vi si applicò con tanta cura, che la sua salute ne risentì, ed in– fermò piuttosto gravemente, restandogli poi qualche conse– guenza ·di questa sua infermità, per tutta intera la vita. Terminata questa preparazione, e riavutosi convenien– temente dalla sua infermità, iniziò la sua vita Apostolica, che doveva poi proseguire per tutto il corso della sua vita, e che doveva meritargli quella celebrità che tutti sanno. Predicava agli altri e predivava raccogliendo frutti e lodi abbondanti. Non dimenticava però se stesso, e pro– curava di perfezionarsi sempre più nella pratica della virtù. Specialmente durante un corso di esercizi spirituali, che

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