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EL « BREVE DISCORSO » DE JUAN DE FANO 43 Discorso El dominio e proprieta de le cose, l'uso simplice de facto de le quale convene a li frati, e de quello che le da con piena auctorita de repigliar– sele a sua posta, excepto la chiesia et oratorii, li quali sano de la Sedia Apostolica. Et se le ditte cose non hanno patrone, overo li patroni son morti et non hanno ordinato altro, al'hora sonno de la Sedia Apostolica. Nicolo 3, § Ad hec, et Clemente 5, § Proinde (458). Dialogo Nota la sequente conclusione: Il dominio e proprieta. de tutte le cose mobili et immobili, delle quali li Frati hanno il semplice uso de facto, e della Romana chiesa. capº Exijt, § Ad haec; et clementina Exivi § Proinde; et In– nocentio 4°. Ecetto se il dante havesse riservato il dominio a se, perche al– l'hora e suo. Eccetto la chiesa, oratorij e cose a loro pertinenti, le qual sono della Romana Chiesa (c. 6, 140). En formulación distinta, los dos escritos contienen idéntica doctrina. Como consecuencia del principio, el Discorso propone algunos actos relacionados con la propiedad y que no son lícitos a los frailes. lle aquí cuatro ejemplos: Discorso El vendere e prohibito a li frati, perche denota proprieta. Et quando accadesse vendere [...] (461). El mutuo, o vero impresto, non e licito a li frati, perche denota proprieta. Nam mutuum de meo fit tuum. Nicolo 3, § Ceterum, et li 4 Maestri (461). Locare cose stabile non accade a li frati, perche non le possono havere (461). Del donare dice Alvaro che dare et torre senza licentia e acto de pro– prieta (461 ). Dialogo Dico che il vendere e prohibito alli Frati, perche non possono per alcun modo ricever pecunia. Et quando ac– cadesse vender [...] (c. 6, 140). Dello impresto. Dicono li 4 Maestri che il mutuo e detto perche del mio si fa tuo, et e contratto di proprieta, e pero 110111 e lecito alli Frati (c. 6, 141). Del Zocato. Dalli Frati non accade locar case, ne cose stabili, perche non le hanno (c. 6, 141), Et Alvaro dice che dare e torre senza Iicentia e atto di proprieta. (c. 6, 147). Termina nuestro autor este segundo punto advirtiendo que no es lícito a los frailes u.-~,.,~,",'" cosas superfluas. El hacerlo era, para san Francisco, verdadero hurto 41 • Por todo lo expuesto, nuevamente se comprueba la íntima re– lación que guardan los dos escritos de Juan de Fano. 41 Discorso, 461; Dialogo, c. 6, 148.
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