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REGOLA FRANCESCANA PRESSO I PRIMI CAPPUCCINI 659 che impediscano la spiritual quiete 259 ; si fomenta l'orazione, come maestra spirituale dei fratelli 260 , soprattutto quella mentale, molto piu fruttuosa di quella vocale, fino al punto di proibire che comunita– riamente si dica altro ufficio che quello comandato dalla chiesa e quello della Vergine 261 ; si custodisce il silenzio, evitando parole oziose e ogni conversazione di cose mondane 262 ; nei conventi si dà premi– nenza al lavoro spirituale contemplativo 263 ; si accetta il lavoro ma– nuale, tuttavia il frate deve esercitarsi interiormente in qualche me– ditazione spirituale 264 o esternamente parlare di Dio o ascoltare la lettura di libri devoti 265 ; non si permette che i fratelli si occupino tanto del lavoro che spenga, sminuisca o impigrisca lo spirito del Signore, al quale devono servire tutte le altre occupazioni 266 ; si fa– cilita la vita strettamente anacoretica dentro del convento per quei religiosi che lo desiderano 267 ; si fanno difficoltà al ministero del con– fessionale: et questo per evitare ogni periculo et distractione di mente, accia restretti et recalti in Christa, passino senza impedimento piu securamente correre a la celeste patria 268 ; si ristringe grandemente l'apostolato dei fratelli nelle case di religiosi e religiose 269 • Questi dati, che a modo di esempio offriamo, ci possono portare a credere in una vita completamente ritirata dal mondo offerta dalle primissime generazioni cappucine. Niente di piu sbagliato. Se esa– miniamo le fonti narrative dei secoli XVI-XVII, ed il generoso apo– stolato dei frati nei pulpiti, chiese, ospedali e campi 270 , scopriamo come i cappuccini si incontrino sempre molto vicini al popolo. Atte– nendoci al testo piu importante dell'epoca, alle costituzioni del 1536, incontriamo anche non pochi passaggi che rafforzano le situazioni concrete descritte nelle cronache antiche; il pellegrinaggio france– scano per il mondo 271 ; il buon esempio, come apostolato 272 ; la vici- 260 I d., n. 41. 261 I d., n. 42. 262 Id., n. 44. 263 Id., n. 63-65. 264 Id., n. 65. 266 I d., n. 66. 267 « Si ordina etiam che in ogni loco, dove commodamente si potra, ne la selva, o sito concesso a Frati, sia una o due cellette, remote de la commune habitatione de Frati, et solitarie, accio se alchun Frate volesse tener vita anachoritica (dal suo Prelato a questo indicato idoneo) possi quietamente in solitudine, con vita angelica, darsi tutto a Dio, secundo lo instincto del Spirito Sancto » (Id., n. 79). Cf. Id., n. 77. 268 I d., n. 90. 269 l d., n. 135s. 210 Le cronache dei secoli XVI-XVII offrono numerossisimi esempi. Vedi le opere citate nelle note 81-90. 211 Const. 1536, n. 46-49. 212 Id., n. 112, 115, 117, 68.

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