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654 FIDEL ELIZONOO b. Povertà. Un vero inno a questa virtu si può intonare con gli innumerevoli testi che gli statuti del 1536 ci offrono. La vera povertà si riassume in tre elementi: non provare affetto per nessuna cosa terrena; uso delle cose molto parco, quasi per forza, costretti dalla necessità e a gloria di Dio; dare ai poveri quanto avanza ai religiosi 200 • Devono fare attenzione che la santa sposa di Cristo e di Francesco sempre rimanga nei conventi, nelle chiese, e nel mo– bilio; deve eliminarsi ogni curiosità, superfluità e preziosità, poiché Dio gradisce piu che i sacrifici l'obbedienza vissuta nella santa po– vertà 201 • Perciò, i superiori non cessino di esortare i propri religiosi all'adempimento dei precetti e consigli evangelici, della regola pro– messa, delle costituzioni et specialmente de la altissima poverta, fir– missimo fundamento de tutta la regulare observantia 202 • Trasportati da questa mentalità spirituale, non ci sorprende che i primi cappuccini siano esigenti in materia tanto importante dentro dell'ordine francescano in molte cose concrete, per una migliore os– servanza della regola e delle intenzioni del serafico padre. I conventi sono sempre dei benefattori; la nuova famiglia non ha niente in proprietà; né dominio, né possessione giuridica, né usu– frutto od uso giuridico di qualche cosa. Conseguentemente, tutti gli anni, nell'ottava del santo patriarca, il guardiano deve andare dal padrone dell'immobile, per ringraziarlo d'averlo prestato ai frati e chiedergli umilmente che faccia lo stesso nell'anno entrante. E, se non vuole, i religiosi se n'andranno, senza segno di tristezza, con il cuore allegro, accompagnati dalla divina povertà e riconoscendosi de– bitori per il beneficio fino allora ricevuto 203 • Non si ammettono resi– denze, che sempre devono essere solo prestate, senza l'espressa con– dizione di poterle lasciare sempre che lo stimino conveniente i frati secondo l'osservanza integrale della regola 204 • Come pellegrini, non accettano né case né chiese che non siano conformi con l'altissima povertà francescana 205 • E nel costruire i con- 200 Id., n. 67. 201 I d., n. 144. 202 I d., n. 126. 203 « Et infra le octava del seraphyco Padre, ciascheduno Guardiano vada in prima al patrone del loco, et regratiandolo del loco, a loro prestato nel preterito anno, humilmente el preghino che si degni prestarlo a Frati etiam per uno altro anno. Al che, quando consentira, potrano con secura conscientia habitarvi. Ma quando non volesse, senza alchun segno di tristicia, imo con alegro core, acompagnati de la divina poverta, si partirano, ricognoscendosi obligati per el tempo che li fu prestato, et non offesi, se essendo suo, di nuovo non .el prestara, non essendo tenuto» (Id., n. 70). 204 I d., n. 72. 20s I d., n. 73.

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