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Constituciones capuchinas de 1896 29 13. Arco, 20 junio 1897. Teodoro de Tajo escribe a monseñor Cenci, antiguo definidor general de la orden, proponiéndole los argumentos en favor de la conservación del texto de las constituciones e instándole a que interceda ante el cardenal protector y el prefecto de la congrega– ción de obispos y regulares. Cuadernillo de dos hojas, sin numerar (Archivo orden, carpeta EB/IV). [h. lr] Ragioni che servono per la conservazione del testo originale delle Nostre Costituzioni. l. Le Costituzioni nostre nel Capitolo XII, art. V pregano, e scon– giurano i Frati presentí e futuri, affinche non mutino le presentí costi– tuzioni, avendo mostrato l'esperienza i gravi danni provenuti da tante mutazioni di costituzioni. Che, se i tempi o le provincie richiedessero nuove disposizioni, si facciano, continuano esse, ordinazioni generali nei Capitoli Gli o provinciali, ma a parte, le quali, cessato il bisogno, cessano pur esse per lasciar luogo ad altre nuove. E di fatto cosi si .fece da piu di due secoli e mezzo, e nissun Capitolo, nissun Ministro Gle, nissun Definitorio Gle azzardo mai d'intaccare le Costituzioni per non esser causa dei malí temuti. Gli e vero che prima di due secoli e mezzo furono mutate piu volte le Costituzioni per le regioni addotte nel Prologo delle Costituzioni stesse; ma appunto, perche da tali mutazioni ne nacquero molti danni, pregano quei Padri di non mutarle piu, ma di lasciarle intatte. 2. La revisione inoltre apre la via a nuove revisioni, e quindi a nuovi malí. Tal cosa avra luogo ancor piu facilmente nei tempi moderni, in– quantoche lo spirito d'innovazione e penetrato pur troppo anche nei chiostri. Che, se tale spirito d'innovazione viene confortato da un Capi– tolo Generale, non e a dire quale spinta riceva a sempre piu incarnarsi, massime nei giovani gia tendenti ad esso per índole! 3. Le cose poi andate in disuso o per le circostanze dei tempi o peggio per mancanza di spirito e di fervore, sono sempre venerabili, e servono di stimolo a seguirle almeno da lontano e di umiliazione nel dover notare spesso la grande differenza tra lo spirito nostro e quello degli antichi nostri Confratelli. Che, se considerate in se stesse possono esser alcune cose tenute come inutili e da qualcheduno anche corne ridicole, non sono tali relativamente allo spirito da cuí vengono informate; e percib non dovrebbero aver tanta forza da indurre ad innovazioni perniciose, ba– stando un po' di riflessione per non dir divozione ad intenderne tosto lo spirito. Valga l'articolo 16 del Capitolo VI a conforma di quan- [h. lv] to dico: « E per chiudere la vía alla: soverchia provvisione umana ordi– niamo che ne' luoghi nostri non siano botti ne barili, ma solamente alcune povere zucche o fiaschi, dove pero per la rnoltitudine de' Frati non si potesse con detti Fiaschi supplire, bisognando tenere

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