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234 Elizondo XXIII. Ora quella nota è stata accettata, di fiducia, come completa è può avere influito non poco sui Capitolari; fra i 130 Capitolari, appena 30 conoscono quelle prescrizioni Apostoliche, appena 20 le hanno studiate seriamente, non molto interessando queste l'ordinario andamento delle Provincie nelle cose particolari. 4. [ = 5] Supposto in fine, che non siavi stata surrezione, supponendo anche legittima la pluralità dei voti, nondimeno vi rimane l'ostacolo insormontabile, cioè l'assioma direttivo, fondamentale dagli stessi Com– missarii stabilito: Pluralitas votorum nihil valet, contra puncta a S. Sede rejecta, vel imposita 52 • Conclusione Pertanto il sottoscritto riassumendo tutto in poche parole, dichiara e sottomette alla Santità Vostra, che tre sono gli Schemi, per la revisione delle Costituzioni Cappuccine: 1° quello del Rmo P. Generale; 2° Quello dei Commissarii; e 3° Quello della Conclusione. Il primo fu preparato, stam– pato, proposto illegalmente, cioè senza la necessaria cognizione e delibe– razione del Definitorio Generale. Nello stesso l'innovazione tanto bra– mata dal Generale, viene proposta in modo totalmente surretizio. Il se– condo fu redatto invalidamente, cioè contro le norme fissate dal Capi– tolo, ed anzi contro i criterì degli stessi Commissarii. Il terzo, ancor questo è stato stampato di nascosto, e presentato alla S. Sede [h. 10v] per l'approvazione all'insaputa del Definitorio. Poco a poco si saprà tutto nel– l'Ordine. Con qual rispetto sarebbero accolte le nuove Costituzioni, dopo una revisione che si avrebbe ragione di chiamare frutto dell'inganno, dell'assolutismo, e del sotterfugio? (salva l'intenzione). Il sottoscritto conchiude questo lungo (eppure accorciato) esposto, con una riflessione, ovvia purtroppo. Il Capitolo Generale del 1896, dal quale tanto si aspettava per il bene dell'Ordine, al presente in grandi bisogni; questo Capitolo, a cui si dette tanta importanza, si ridusse ad un progetto di Revisione delle Costituzioni, e questa Revisione si riduce onninamente e realmente ad una innovazione, da pochi pensata e preparata, ignorata nelle Provincie. Innovazione, che importa il disprezza della consuetudine antichissima nell'Ordine, saggia e riconosciuta dalla S. Sede. Innovazione, che importa la violazione aperta delle Costituzioni Aposto– liche. Innovazione che (solo punto essenziale) sotto pretesto di conformità a degli altri Ordini, distruggerebbe nell'Ordine dei Cappuccini, in specie nella Curia, l'armonia non solo, ma la giustizia, la carità, la fiducia, e la pace. Epperciò il sottoscritto, come Procuratore e Definitore Generale dell'Ordine protesta contro ciò, che irregolarmente fu fatto; disapprova le Costituzioni così rivedute, e fa voto che dalla Santità Vostra non siano approvate. 52 Véase la nota 23.

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