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E' importantedistinguere questo termine da un altro analogo: acculturazione. Acculturare vuol dire adeguarsi ad una cultura, inserirsi fino a perdere il proprio colore culturale, cioe la propria lingua, la propria religione, le proprie caratteristiche, in una parola, la propria identita. I figli di tanti emigrati italiani si sono sentiti cittadini dello Stato in cui sono nati; dopo la prima: o la seconda generazione dell' identita originaria essi conservano solo il cognome, magari opportunamente storpiato. Alla rivendicazione dell'identita non sottosta necessariamente una esasperatamentalita nazionalistica, mal' istinto naturale della sopravvivenza nella storia e la consapevolezza che coloro che vengono assorbiti sano sempre degli emarginati, tra i quali fioriscono fenomeni socialmente negativi. L' assimilazione pura e semplice in futuro non sara piu possibile, data l'immensa mobilita sociale cui va incontro l'umanita. Tuttavia, occorre difendere a tutti i costi le varie identita. La Chiesa, in questo, e stata sempre in prima linea. Molte nazioni europee hanno avuto un' esperienza di "missioni" riservate ai propri connazionali all' estero. Nelle aree dove, ad esempio, gli ltaliani erano numerosi, c'era la "Casa dell'Italia". La "missione" degli Italiani all'estero (si ricordino i pionieri che l'hanno capito: la Cabrini e lo Scalabrini) e servita ad assistereil loro inserimento, perché i connazionali non facessero la fine di altri gruppi etnici. che circondano i centri urbani economicamente o socialmente elevati. (si pensi agli slums della miseria che assediano l 'America della ri~chezza). E' questa una forma di incUlturazione, che e una inseminazióne di caratteristiche di un popolo in un contesto culturale diverso dal proprio. Un uomo senza il proprio ambiente culturale e sempre potenzialmente, e spesso anche di fatto, uno spostato, uno sradicato. L' esperienza di emigrazioni avvenute come sradican'.lento <leve esse¡:-e tenuta presente perché non si dpeta negli immigrati che approdano nel nostro paese. Negli anni 70, a Mons (Belgio) quando gli italiani e poi i portoghesi lasciarono, per cessata immigrazione, il quartiere centrale della citta vecchia, vi arrivarono in massa i maghrebini. Fu allora che alcuni coraggiosi giováni Cappuccini si installarono in un comune appartamento, 137

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