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l. 3. Salvare l'identita degli immigrati Oggi dentro le frontiere europee ci sono circa venti milioni di "non– nationals", ossia extraeuropei. Probabilmente molti di piu pensano di venire nella "fortezza Europa", che cerca di rendersi impermeabile e richiama alla vigilanza piu rigorosa le "marche" rivierasche, ossia le zone di confine (come le marche dell'Impero carolingio del primo millennio). L'opinione pubblica considera questi venti milioni di immigrati come un peso, perché non si rende conto del loro contributo al!' economía. La macchina industriale tedesca, per esempio, non potrebbe andare avanti senza la manodopera dei sei milioni di immigrati che vivono in Germanía. In Italia l'apporto degli stranieri e particolarmente consisten– te nel settore del lavoro domestico, dell' edilizia e del!' agricoltura. I 15 Paesi dell 'Unione Europea hanno assimilato, in parte, questo popolo eterogeneo di immigrati, concedendo la nazionalita all' 1,9% dei 17.235.700 cittadini stranieri presenti nel 1994 nel loro territorio. Su questa percentuale media si attestano la Francia, il Regno Unito e 1a Spagna; scendono al 0,9% la Germanía e l'Italia, sono al di sopra della media la Svezia (6,9%), l'Olanda (6,3%), Belgio (3,0%). Naturalmente una parte dei figli degli immigrati nati in Europa non rientrano in queste statistiche, perché in alcuni Paesi hanno acquistata la cittadinanza non per concessione, ma per nascita. L' acquisizione di nazionalita o della naturalizzazione comporta quasi sempre l'assimilazione dei gruppi e degli individui che perdono la loro identita d' origine. Per rendersi conto di che cosa significhi cio, si pensi - ad esempio - che oggi sono piu nurperosi gli italiani emigrati ne! corso dei secoli che non quelli rimasti e yiventi in Italia! Oggi si parla molto di assimilazíone senza rendersi canto del grave pericolo di cancellare preziosi patrimoni culturali. Gli europei avevano portato perfino nellc loro colonie questi processi deculturalizzanti. I naturalisés, gli asimilados erano una specie di "giannizzeri culturali" tentati dal colonialismo. Oggi abbiamo acquisito il principio che la 133
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