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dio in san Giacomo di Zebedeo, Leone in san Giovanni Evan– gelista, Rufino in san Tommaso, Silvestro in san Giacomo di Alfeo, Filippo in san Filippo, Angelo Tancredi in san Matteo, Masseo in san Bartolomeo, Pacifico in san Simone, Elia in san Giuda Taddeo, Giovanni di Cappella in Giuda Iscariote, Guglielmo Anglico in san Mattia, sant'Antonio di Padova in san Paolo, il beato Corrado da Offida in san Barnaba. Ed è interessante l'ingegno adoperato nel trovare tante somi– glianze per ognuno. Ebbe poi quattro biografi che rispondono ai quattro evangelisti: frate Leone, prefigurato in Marco, Giu– liano da Spira in Luca, Tommaso da Celano in Matteo, san i / Bonaventura in Giovanni. E così via (1 2 ). Il libro di Bartolomeo da Pisa, che esaurisce tutte le pos– sibili somiglianze tra Cristo e Francesco, nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, ebbe enorme successo, e fu come il men– talizzatore di molte generazioni francescane. Nel 1542 il lute– rano Erasmo Alber pubblicò un libello intitolato L'Alcorano dei Francescani, ponendo in ridicolo il De Conformitate, che secondo lui faceva di Francesco d'Assisi « un idolo ». Ancora nel 1651 l'osservante spagnolo Pedro de Alba y Astorga pubblicava un altro libro nel quale descriveva niente meno che 3.726 conformità di san Francesco con Cristo. Fu messo all'Indice. Morale di tutto: penso che per conoscere san Francesco e capire i suoi ideali è meglio mettere in disparte tante « figu– razioni» e «conformità», e avvicinarci a lui in un clima di semplicità e di minorità. ( 12 ) Texto en la Compilatio Parisiensis, che speriamo sia pubblicato in breve; è oggetto della recente tesi dottorale di Marian Michalczyk, O.F.M., all'Istituto Fran– cescano di Spiritualità dell'Ateneo Antonianum. 81

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