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acquistato piena personalità nella Chiesa, apparve anche la tendenZia a vederli « prefigurati » e profetizzati, con i due san– ti fondatori. Fu il cronista Salimbene uno dei primi a sco– prire che i due Ordini erano stati profetizzati dall'abate Gioac– chino da Fiore, « interpretando molte figure di grande evi– denza contenute sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento: quella del corvo e della colomba, perché l'uno è tutto nero e l'altra variopinta; quella dei due angeli inviati sulla sera per distruggere Sodoma; quella di Esaù e Giacobbe, di Manasse ed Efraim, di Mosè e Aronne, di Calef e Giosuè, dei due esplo– ratori mandati da Giosuè a Gerfoo, di Elia e Eliseo, di Gio- i ,~ vanni Battista e Gesù in quanto uomo, dei due discepoli di Emmaus, di 1Pietro e Giovanni che corrono insieme al sepol– cro ed ancora insieme salgono al tempio verso l'ora nona... ». E continua analizzando le varie figure: « L'abate Gioacchino, anche là dove parla di Esaù e Giacobbe, ha sottollineato che l'Ordine prefigurato in Esaù se ne andò alle figlie di Heth (Gen 26, 34), cioè alle scienze mondane, come a dire di Aristotele e degli altri filosofi. E questo è appunto l'Ordine dei kati pre– dicatori, anche prefigurato nel corvo ... Ma Giacobbe, uomo semplice, dimorava nelle tende (Gen 25, 27). Questo fu l'Or– dine dei frati minori, che all'inizio si consacrò all'orazione e all'amore della contemplazione» (FiF, 2597-2603). Verso la me– tà del secolo XIH si ebbe una fioritura di letteratura pseudo– gioacchimita, per opera in parte dei francescani; una di quelle invenzioni, falsamente attribuita all'abate calabrese, aveva come titolo: Profezia dii Gioacchirno sull'Ordine dei frati mi– nori e predicatori ( 11 ). L'immagine che ebbe successo fu specialmente quella che faceva dell'Ordine dei minori un Ordine serafico e di quello dei domenicani un Ordine cherubico. « A similitudine di Elia ed Enoch - scrive Ubertino di Ca– sale -, splendettero specialmente Francesco e Domenico. Il primo, purificato col carbone serafico e infiammato d'ardore celeste, sembrava incendiare tutto il mondo. L'altro invece, come cherubino disteso e proteggente, luminoso per luce dì sapienza e fecondo per la parola della predicazione, risplen– dette luminosissimo ~apra le tenebre del mondo » (Arbor vi- ( 11) STANISLAO DA CAMPAGNOLA, o.e., p. 232s. 79

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