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106 Elizondo Por lo que atañe al trabajo, los hermanos, si no están ocupados en ejercicios espirituales, trabajen manualmente; entre otras razones: « per observare la admonitione de lavorare, data ne la Regula dal no– stro Padre san Francesco, et conformarci in questo con la sua volunta, expressa nel suo Testamen– to» (Const., n. 65). « Li Frati alli quali il signore ha dato gratia di lavorare, lavorino fi– delmente e devotamente » (Regala, c. 5, p. 137). « Et io con le mie mani lauoraua, et uoglio lauorare, et tutti li altri miei Frati uoglio che lauorino di lauoritio, che pertiene ad honesta– de » (Test., p. 67). Insistiendo en la observancia de la pobreza, las constituciones hacen referencia al pensamiento de san Francisco, que meditaba el comportamiento de Cristo en torno a ella en su nacimiento, du– rante su vida y en su muerte. Y siguen: « Per imitarlo [a Cristo] comando ne la Regula [san Francisco] alli suoi Frati, che non havesseno alchu– na cosa propria, accio expediti, come peregrini in terra et citadini in celo, con fervente spirito corresseno per la via di Dio» (Const., n. 69). « Li Frati niente si approprijno né casa, né poco, né alcuna cosa. Ma come peregrini e forastieri in que– sto mondo, in poverta et humilta servano al Signore » (Regala, c. 6, p. 139, 147). Otro aspecto de la pobreza dice relación a los edificios. Habiten los hermanos, como peregrinos, en casas pequeñas. Por eso, « si exhorta li Frati a ricordarsi de le parole del seraphyco Padre nel suo Testamento, dove prohibisce che in nisciuno modo recevino le chiesie et habitatione, che per essi saranno fabricate, se non saranno secondo la forma de l'altissima po– verta » (Const., n. 73). « Et attendano diligentemente li Frati, che habbino le Chiese, e habitacoli pouerelli, et tutte l'al– tre cose, le quali per essi si fabri– cano: per alcun modo non le rice– uano: se non fossero come si con– uiene, secondo la santa Pouerta, qual habbiamo promesso nella Re– gola di osseruar sempre, iui alber– gando come pellegrini, et forestieri » (Test., p. 67). de bis non curemus, tanquam de pulvere, quem pedibus calcamus » (Conf., IV, p. 607). Texto tomado de la regla no bulada (véase C. EssER, Opuscula sancti patris Francisci assisiensis, Grottaferrata 1978 [Regula non bullata, c. 8, p. 256]). Consúltese la nota 43.

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