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Ego N. facio professionem et promitto obedientiam Deo et beatae Mariae et tibi N., magistro Ordinis praedicatorum, et successoribus tuis secundum regulam beati Augustini et institutiones fratrum Ordinis prae– dicatorum, quod ero obediens tibi tuisque successoribus usque ad mor– tem 15 • Il capitolo generale del 1254 decretò: « In capitulo de professione, ubi dicitur: Et beatae Mariae, addatur: Et beato Dominica » 16 • 2. LA PROFESSIONE NELLA PRIMA FRATERNITÀ FRANCESCANA. A differenza dell'Ordine dei predicatori, quella dei minori si formò spon– taneamente intorno a Francesco per la forza persuasiva dell'ideale evangelico vissuto e annunciato da lui, senza compromessi con nessuna forma antece– dente di vita religiosa, né con nessuna chiesa che potesse avanzare sopra di loro diritti di pertinenza. Si partiva da una conversione basata prima di tutto sull'esperienza della povertà assoluta e della unione fraterna. Del primo com– pagno di san Francesco, fra Bernardo da Quintavalle, dice il Celano sempli– cemente che « vita et habitu sancto Francisco associatus est... ; eius ad Deum conversio forma exstitit convertendis in venditione possessionum et elargi– tione pauperum » 17. Dal prologo della Regola non bollata - anche prescindendo dalle opi– nioni contrarie dei critici riguardo alla data di composizione 18 - si deduce che il Papa Innocenzo III, nell'approvare oralmente la prima « forma vitae » nel 1209 o 1210, ricevette da san Francesco la promessa di obbedienza e riverenza in forma di vera professione, ed è da supporre col gesto simbo– lico di rigore, come lo praticavano i canonici regolari del Laterano, gesto che, si inquadrava altrettanto b_ene con i gusti cavallereschi del giovane fondatore: Prater Franciscus et quicunque erit caput istius religionis promittat [promittit, secondo altra redazione] obedientiam et reverentiam domi– no Innocentio papae et successoribus eius, et omnes alii fratres teneantur obedire fratti Francisco et. eius successoribus 19 • La formula è caratteristica della professione in manus, dato che il supe– riore è colui che riceve direttamente la promessa del professante; ma scom- 15 H. Denifle, l. c., 202s. La formula si mantiene invariabile nelle costituzioni di san Raimondo di Pefiafort del 1241; R. Creytens, Les Consti!. des Fr. Precheurs dans la redaction de S. Raymond de Penafort, in Arch. Fr. Praedicatorum 18 (1948) 41. 16 Acta Capitulorum Gen. O.P., Monumenta O.P., III, 70. 17 I Celano c. 10, 26. 18 Cfr. A. Quaglia, L'originalità della regola Francescana, Sassoferrato 1943, 22-24; L. Casutt Die a/teste franziskanische Lebensform, Graz-Wien-Koln 1955, 42-46. Le ragioni storiche e critiche del padre Casutt appaiono di maggior consistenza che la ingegnosa ipotesi del padre Quaglia, impegnato a provare che san Francesco, nello scri– vere per la prima volta una regola nel 1221, si trasbcò col ricordo al lontano 1210 nel quale ricevette l'approvazione della « forma vitae» e promise obbedienza ad Innocenzo III. 19 H. Boehmer, Analekten zur Geschichte des Franciscus von Assisi, Tiibingen 1930, I.
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