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La donazione ad una chiesa è propria della professione di tipo canonicale 10 • L'abate, in nome di Dio e facendo la parte del senior, riceve il candidato, che si raccomanda alla tuitio di Dio come Signore universale, rinunciando a tutta la proprietà, rimanendo da questo momento come homo della chiesa abbaziale. La consegna della regola e del pane rappresentano i doni simbo– lici che garantiscono al monaco il sostentamento temporale e la salvezza eterna con i mezzi che la nuova vita gli offre, purché si mantenga nella fedeltà promessa 11 • In alcune comunità canonicali la commendatio si faceva sopra l'altare così: Terminata la cerimonia della vestizione, il novizio metteva la testa sopra l'altare e diceva: Ego frater N. of}erens, trado meipsum ecclesiae san– cti N. e alzandosi proseguiva: Et promitto obendientiam... 12 • La professio in manus, di cui è rimasta una imitazione anche nella pro– messa di obbedienza con la quale si chiude l'ordinazione sacerdotale nel Pontifìciale Romano, fu adottata, come si è detto, in tutti i nuovi ordini dal secolo XII fino al XVI: certosini, canonici regolari del Laterano, canonici regolari di santa Croce, francescani, domenicani, carmelitani, agostiniani, servi di Maria, minimi, ospedalieri di san Giovanni di Dio. Dopo un periodo di coesistenza delle due forme di professione, si veri– ficò una fusione di molti rituali; il novizio porta tra le mani la cedola della professione scritta di suo pugno, se sa scrivere, e pone le sue mani tra le mani del superiore recitando la formula ad alta voce. Nel rituale carmelitano la ripete tre volte; colloca il documento, non sopra l'altare, ma nelle mani del superiore, e dopo, tutti i presenti, mettono la loro firma 13 • Qui la pro– fessione nelle mani ha prevalso sopra la professione super altare. Si suole presentare come tipo di professio in manus, puramente detta, quella dei domenicani. Sembra che, in principio, la formula della professione imitasse quella dei premonstratensi, le « consuetudines » dei quali furono adottate da san Domenico per la sua comunità. Era, quindi, di tipo canonicale ed esprimeva la donazione ad una chiesa determinata - in questo caso quel– la di san Romano di Tolosa - e la promessa di obbedienza al superiore che esercitava il dominium in nome del titolare della medesima 14 • A partire dal 1220 l'Ordine dei Predicatori acquista piena coscienza della sua missione apostolica universale e abbandona la struttura canonicale che aveva all'inizio. Il testo della prima formula di professione che conosciamo sopprime la men– zione dell'oblazione alla chiesa locale e, nonostante che il noviziato abbia per oggetto la preparazione alla stabilità e alla vita comune, queste però non vengono neppure nominate: 10 Cfr. H. Denifle, Die Constitutionen der Prediger-Ordens, in Archiv fiir Literatur und Kirchengeschichte I, Berlin 1885, 178 n. 2. 11 Cfr. I. Zeiger, Professio in manus, in Acta Congr. Iuridici Internal. III, Romae 1936, 187-202. 12 E. Martène, De antiquis Ecclesiae ritibus, II, 181; III, 313. 13 Cfr. Rituale Ord. Fr. Beatissimae Virginis de Monte Carmelo, Romae 1903, 47-52. 14 Cfr. M. H. Vicaire, Fondation, approbation, confirmation de l'Ordre des Précheurs, in Rev. Hist. Ecc!. 47 (1952) 123-141, 586-603.

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