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- Promittis obedientiam Dea et mihi et buie sanctae congregationi et perseverantiam stabilitatis tuae? Dominus Deus det tibi opere perficere quod voto incohare con- cessit. La comunità acconsente - Amen. T une armarius paratam debet habere regulam et refectorarius panem, quae simul accipiens abbas offert fratri, dicens: - Concedimus tibi partem et societatem fraternitatis nostrae, ut deinceps partici-nationem tuam in spiritualibus quam in corporalibus nobi– scum habeas sicut frater... Il rito termina col bacio di pace, prima dell'abate e poi di tutti fratelli. Così dice il rituale dell'abazia di San Vittore 6 • Fra i premonstratensi alla promessa « in manus » precedeva la rinuncia a tutta la proprietà e la promessa di vita in comune 7• Con l'andar del tempo, la promissio in manus venne ad unirsi alla pro– fessio super altare, sia come un rito previo che aveva luogo nella sala capi– tolare, sia durante la messa. Si vede chiaramente che, nella sua origine, più che cerimonia sacra, fu considerata atto simbolico di carattere sociale, per cui il suo luogo proprio fu la sala capitolare e non la chiesa. Il parallelismo con la commendatio del diritto feudale è chiaro. Quando lo junior o vassallo entrava al servizio del senior, rimettendosi alla sua protezione - se commendare -, inginocchiato, poneva le sue ma– ni giunte nelle mani di questo e gli prometteva fedeltà. Il senior, in segno di accettazione, consegnava al vassallo alcuni doni simbolici e gli dava il bacio di pace. Così lo junior diventava homo ligius del signore del territorio, e questi rimaneva obbligato ad esercitare verso di lui la defensa o tuitio. Nel diritto germanico gli garantiva il pane ed il vestito 8 • Con questa mentalità si comprende che, per esempio, fra i cistercensi e i premonstratensi, la commendatio fosse preceduta dalla rinuncia alla pro– prietà e che la formula di professione, che seguiva subito dopo, già non si facesse più coram Deo et sanctis eius, e in presenza dell'abate come testimo– nio, secondo quello che abbiamo visto nella regola benedettina, ma in for– ma di donazione ad una chiesa determinata e di obbedienza al superiore della stessa ed ai suoi successori: Ego frater N. offerens, trado meipsum ecclesiae sancti Dionysii, et promitto conversionem morum meorum et stabilitatem in loco, secundum Evangelium Christi et apostolicam institutionem et secundum canoni– cam regulam beati Augustini. Promitto etiam obedientiam perfectam in Christo domino N., praefatae ecclesiae praeposito, et successoribus eius 9 • ----- 6 E. Martène, op. cit., III, 266. 7 PI. F. Lefèvre, Les cérémonies de la véture et de la profession dans l'Ordre de la Prémontré, in Analecta Praemonstratensia 8 (1932) 289-307; G. I. Van den Broeck, De professione solemni in Ordine Praemonstratensi, Romae 1932, 27-29. 8 V. Ehrenberg, Commendation und I-Iuldigung. Weimar 1877; Fuste! de Coulan– ges, Institutions politiques de l'ancienne France, V, 216s. 9 G. I. Van den Broeck, op. cit., 92.

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