BCCCAP00000000000000000001115

di attitudine supplicante; era molto naturale che, perso il senso simbolico che dette origine alla cerimonia, si cercasse di trovare un nuovo significato, se– guendo la pietà individuale dominante. 5. IL RITO ATTUALE: ORIGINE DEI SUOI VARI ELEMENTI. Il decreto Neminem latet del 19 marzo 1857, il quale imponeva a tutti gli istituti di voti solenni la professione temporanea almeno per tre anni, ebbe la sua ripercussione nel rito della professione, soprattutto fra gli osser– vanti, ed in modo minore fra i conventuali. Il Rituale Romano-Seraphicum Ordinis Fratrum Minorum, pubblicato nel 1910, determinava che la professione di voti semplici avesse luogo in chiesa, dopo la Messa conventuale, mentre quella di voti solenni doveva essere cele– brata, « pro actus gravitate, intra missarum solemnia et maiori solemnitate externa ». Nella professione semplice l'indagine sulla volontà del novizio si fa da– vanti all'altare, come inizio dell'atto liturgico. Segue il Veni, Creator, e due orazioni, l'atto della professione con la formula accomodata: « Ego... intendens hanc professionem f acere ad norman sacrorum canonum de votis simplicibus et temporariis in Ordine nostro emittendis, voveo... ». Il celebrante dà la pace al professante, abbracciandolo e dicendo: Pax tibi, frater, ed egli risponde: Deo gratias. Gli viene tolto il capperone e viene condotto dal maestro dei novizi a ricevere la pace dagli altri religiosi. Ciascuno gli dice: Dominus det tibi pacem et perseverantiam; risponde: Amen. Ora pro me. Frattanto si cantano i salmi Ecce quam bonum e Laudate, pueri, Dominum. Seguono i versetti Confirma hoc, Deus... ; Salvum fac servum tuum... ; Mitte ei, Domine..., ed Omnipotens sempiterne Deus, dirige... Poi si canta il Te Deum, e se c'è l'uso, si fa la processione per il chiostro (reminiscenza dell'antica processione dalla sala capitolare alla chiesa). Si termina coi versetti Benedicamus Patrem... ; In Conceptione tua... ; Ora pro nobis, beate Pater noster Francisce, e le ora– zioni Deus, cuius misericordiae... ; Deus, qui per immaculatam; Deus qui Ec– clesiam tuam... I cantori cantano solennemente Benedicamus Domino e il ce– lebrante invoca per il neoprofesso la benedizione di san Francesco recitandola: Benedica! tibi Dominus..., dopodiché impartisce la benedizione a tutti: Bene- dictio Dei omnipotentis... Dalla edizione del 1910 a quella del 1955 ci sono stati alcuni cambiamenti. È stata soppressa l'orazione Deus, qui non vis mortem peccatoris... , che era stata presa dal Pontificale Romano; e, ciò che è più strano, sono state tolte le tre orazioni classiche alle divine persone; Deus, qui per coaeternum... ; Domine Iesu Christe, qui es via... ; Sancte Spiritus, qui te Deum... ; sostituen– dole con altre due prese dalla domenica XV dopo Pentecoste e dalla domenica tra l'ottava della Natività 71 • Però l'innovazione più vistosa è quella introdotta nella professione so– lenne, che non solamente acquista una nuova forma liturgica, ma cerca anzi 71 Cfr. Rituale Romano-Seraphicum Ordinis Fratrum Minorum, Quaracchi 1910, 76-84; Editio altera, Parisiis-Tornaci-Romae 1931, 258-265; Editio tertia, Romae 1955, 283-291.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz