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num papam Honorium confirmatam, vivendo in obedientia, sine pro– prio et in castitate. - Et ego, ex parte Dei, si haec observaveris, promitto tibi vitam aeternam. Circumstantes respondent: - Amen 48 • 4. EVOLUZIONE DEL RITO Dovette passare molto tempo, a quanto pare, prima che nell'Ordine si formasse un cerimoniale propriamente detto della professione. Anzi, da prin– cipio, non si può parlare neppure di un'azione liturgica. Era un atto di signi– ficato sociale e religioso, che si faceva davanti alla fraternità riunita, fuori del luogo sacro. Gli elementi fondamentali erano: 1) l'indagine sulla disposizio– ne del novizio, senza una formula fissa; 2) la formula di professione, che egli diceva in ginocchio con le mani giunte dentro quelle del superiore (il ministro provinciale o il custode, ed in casi speciali il guardiano delegato); 3) le parole di questo, che gli promettevano la vita eterna se si fosse man– tenuto fedele alla promessa; 4) il bacio di pace dello stesso superiore segui– to da tutti i fratelli presenti. L'espressione in manibus ministri ricorre con frequenza nelle fonti dei secoli XIII e XIV 49 • Per quanto riguarda il luogo dove avveniva l'azione bisogna tener conto della prescrizione, aggiunta per la prima volta nelle co– stituzioni del capitolo di Assisi del 1316: « Et haec receptio fiat tantum in capitulo coram fratribus ad hoc specialiter convocatis » so_ Gli statuti della provincia toscana, sono più espliciti e tenendo conto, senza dubbio, del fatto che nei conventi francescani generalmente non esisteva una sala capitolare, ordinavano in data non molto posteriore e riferendosi alla vestizione, che si facesse « in capitulo vel sacrestia vel alio loco congruo, sicut videbitur guar- , diano, et postmodum in ecclesiam deducantur » 51 • Oltre la vestizione all'en– trata del noviziato, ne veniva fatta un'altra prima della professione, come esecuzione di un breve di Gregorio IX, del 13 luglio 1236, che comandava di benedire le vesti del professante, col fine di dare maggiore efficacia al segno di consacrazione che aveva l'abito religioso; la prescrizione fu rinno– vata varie volte 52 • Come ho indicato, non c'era una formula fissa per l'atto preparatorio in cui il novizio esprimeva la sua richiesta davanti al superiore e alla comunità. Però è giunto fino a noi, in un codice del principio del secolo XIV, un mo– dello di detta formula: Reverende pater et fratres: Sicut conversatus sum ab illo tempere 48 Caeremoniale Romano-Seraphicum ad usum Ord. Fr. Min. Capuccinorum, Ro– mae 1954, 551. 49 Bullarium Frane. I. 6s; 546s. AFH 53 (1960) 262; Chronica XXIV Gene– Romae 1954, 551. Bullarium Frane. I. 6 s; 546 s. AFH 53 (1960) 262; Chronica XXIV Gene- ralium, AF III, 557. so Ed. A. Carlini, AFH 4 (1911) 278. 51 Ed. G. Abate, in Miscell. Francisc. 33 (1933) 36. 52 Bullarium Frane. I, 198, 231, 235, 285, 342s, 352, 411, 458.
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