BCCCAP00000000000000000001115
E già abbiamo visto, nel caso del canonico di Todi, l'espressione so– lemne votum regularis propositi. Non c'è dubbio che ci troviamo davanti al concetto del voto religioso pubblico di pieno sapore scolastico. San Boneventura parlerà piu tardi della obli– gatio votiva inerente alla professione e spiegherà in che senso il frate minore, quando professa, si obbliga con voto ad osservare la Regola 35 . Il ricordo della « beatissima Vergine Maria» anche se nuovo, obbedisce alla mentalità spirituale dell'epoca e, perciò lo troviamo nelle formule dei vari Ordini nati nel secolo XIII. Non si sa in che data fu aggiunto: Et beato Francisco, ma è presumibile che i francescani anticipassero i domenicani nel– l'inserimento del nome del fondatore, canonizzato nel 1228. La novità più importante, per la storia della professione religiosa è senza dubbio l'espressa numerazione dei tre consigli evangelici che viene fatta nella formula. Nel corso del secolo XIII seguiranno l'esempio dei fran– cescani, la maggior parte degli Ordini religiosi, anche quelli di fondazione anteriore e alla fine i tre voti costituiranno l'elemento essenziale della pro– fessione pubblica in uno stato di perfezione. Fino ad ora nella professione si nominava solo direttamente l'obbedienza; negli istituti canonicali si ag– giungeva anche la vita comune, che supponeva la previa espropriazione indi– viduale la quale nel secolo XII fu espressa con una formula che rimase cri– stalizzata in molti statuti: sine proprio... Sembra che la triade obbedienza, povertà e castità sia apparsa per la prima volta presso Ordini militari come impegno pubblicamente espresso. Cosl la Regola dei cavalieri di san Giovanni di Gerusalemme (oggi Ordine di Malta), approvata da Eugenio III nel 1153: In primis iubeo ut omnes fratres ad servitium pauperum venientes, tria quae promittuntur Dea teneant cum Dei auxilio, scilicet, castitatem et obedientiam, id est quodcumque praecipitur eis a magistris et sine proprio vivere, quia haec tria requiret Deus ad eis in ultimo examine. Difatti piu tardi i cavalieri di Malta facevano il loro giuramento cosi: Ego N., iuro... me obediturum et victurum absque proprio... et pro viribus meis castitatem servaturum. La Regola dell'Ordine della SS. Trinità, approvata da Innocenzo III nel 1198, comincia: « Fratres domus' sanctae Trinitatis, sub obedientiae praelati domus suae... in castitate et sine proprio vivant » 36 • Questo precedente, « nello stile della curia » di Innocenzo III è di par– ticolare interesse per il nostro caso, e lascia intravedere che l'espressa men– zione dei tre consigli evangelici all'inizio delle due regole di san Francesco e nella stessa formula della professione sia stata di ispirazione pontificia. La promessa di vita eterna fatta dal superiore al professante, in nome di Dio in cambio della fedeltà alla promessa, seguita dal bacio di pace, presenta 35 Expos. super Regulam, c. 2, Opera omnia. VIII, 401. Circa la polemica fra gli spirituali e la comunità riguardo all'oggetto del voto della professione cfr. F. Ehrle, Zur Vorgeschichte des Concils von Vienne, in Archiv fiir Literatur und Kirchengeschichte, III 95; e AFH 7 (1914) 664; F. M. Delorme; Fr. P. J. Olivi quaestio de voto regulam aliquam profitentis, in Antonianum 16 (1941) 131-164. 36 Cfr. Eugenius a Cervia, De professione religiosa, Bologna 1938, 21-28; G. Escu– dero, El voto solemne de pobreza, Madrid 1955, 87-101, 162.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz