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262 Iriarte una volta sola, afferrava con sicurezza ciò che l'affetto andava medi– tando con devozione» (2Cel, 102). Questa osservazione del biografo sulla non comune forza di riten– zione del Santo è importante per spiegare il suo modo di citare i testi sacri a memoria, molte volte per pura associazione o anche risuonanza di parole o concetti. Ma non era soltanto la sua memoria tenace e la particolare vivacità di attenzione che gli faceva ritenere tante espressioni bibliche; aveva una gran parte in questo effetto quel « meditare con devozione » i testi a lui più cari, la sua con– templazione della parola di Dio. E sono proprio questi testi, che informano la spiritualità del Poverello, che vorrei presentare, cercando di leggerli come egli li ha letti con quello speciale senso delle Scritture che possedeva, « istrui– to dalla sapienza che viene da Dio » (2Cel, 102). Francesco non era un dotto in sacra pagina; non si avvicinava alla Bibbia da teologo né da predicatore, ma semplicemente da credente. E riceveva le « profu– mate parole del Signore, che sono spirito e vita » (EpFid II,2s) come un messaggio attuale di salvezza, in un certo senso fuori del tempo e dello spazio storico nel quale furono scritte 5 • Mt 5,3-12: Le beatitudini. Nella pagina delle beatitudini, come in tutto il discorso della montagna, Francesco trova gli elementi più significativi del suo ideale di vita in povertà e minorità 6 • Adm 14 - Beati i poveri di spirito, perché di essi è il Regno dei cieli (Mt 5,3). Francesco, che in quasi tutte le Ammonizioni svolge il tema della povertà interiore, legge specialmente la prima beatitudine, con una sorprendente intuizione del vero senso voluto da Cristo, cioè con un atteggiamento sincero davanti a Dio, opposto a quello del fari– seo, che fa delle sue buone opere come un capitale di fronte a Dio. E ci sono dei religiosi che fanno altrettanto con le loro pratiche di penitenza e di devozione: « non sono poveri di spirito» 7 • 5 PIETRO DA NOCERA INFERIORE, S. Francesco e la lettura della Bibbia, in L'Italia Francescana 40 (1956) 323-330. Come esame generale dei testi citati da san France– sco merita di essere ricordato EUGÈNE D'OISY, St. François d'Assise, la Bible et le St. Evangile, in Études Frane. 39 (1927) 498-529, 646-656; 40 (1928) 69-80. 6 L. VEUTHEY, La spiritualità francescana nelle Beatitudini evangeliche. Roma 1955. - K. BEYSCHLAG, Die Bergpredigt und Franz von Assisi. Giitersloh 1955 (inter– pretazione luterana). 7 D. CorÉ, La pauvreté d'esprit (sull'Amm. 14), in Vie Comm. Relig. 23 (1965) 151-154. - K. ESSER, Le Ammonizioni di S. Francesco, Roma 1974, 193-206. Nelle citazioni degli scritti di san Francesco ha adottato le sigle e la enu– merazione dell'edizione di K. Esser.
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