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recependo le nuove esigenze, ne favorisce l'esercizio al punto che il cappuccino diventa forse il confessore più popolare. Si può riscontrare anche, da una parte, una certa rilut– tanza delle gerarchie dell'Ordine a consentire ai sudditi di confessare i secolari, e dall'altra la sollecitazione proveniente dalle gerarchie della chiesa e dai secolari stessi perché i cap– puccini si dedichino a tale ministero. In questo caso la prassi supera la norma, e la norma è costretta ad adeguarsi alla prassi, fino al punto che nel no– stro secolo, con le nuove costituzioni del 1968-1982, questo ministero viene raccomandato e considerato sommamente idoneo ai frati minori cappuccini. Da privilegio che era nei secoli passati, per le mutate circostanze storiche, il ministero della penitenza si fa servizio e quindi finisce per essere del tutto congeniale alla vocazione minoritica dei cappuccini. La prassi in fine crea, in materia, una tradizione nell'Or– dine, che Giovanni Paolo II definisce «gloriosa». E la tra– dizione fa sì che il Ministero delle confessioni emerga e si configuri come un carisma peculiare dell'apostolato cappuc– cino. Lo sottolinea ancora Giovanni Paolo II. Una tradizione che si alimenta di figure altamente signi– ficative per santità nell'esercizio di questo ministero, quali S. Leopoldo Mandié, B. Onorato Kozminski e P. Pio da Pietralcina, figure carismatiche che interpretano ed esaltano, quasi autenticandolo, un carisma proprio di tutto l'Ordine. 30

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