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italiano. Li ringrazio in particolare per la faticosa e indispensa– bile opera della riconciliazione sacramentale» 37 • CONCLUSIONE Dai vari elementi emersi nei due primi secoli di vita dell'Ordine si possono trarre alcune conclusioni. I cappuc– c1m limitarono l'esercizio delle confessioni in primo luogo per salvaguardare lo spirito dell'altissima contemplazione, « al quale tutte le altre cose devono servire », poi per difendere lo spirito di minorità, giacché in quell'epoca esso appariva un privilegio e poteva causare controversie con il clero secolare. In questa scelta si riallacciavano agli spi– rituali. Lo accettarono saltuariamente e per lo più in casi in– cresciosi e difficili, quando altri si tiravano in dietro per la pericolosità di alcune situazioni, come le guerre e le pesti– lenze. Quando cominciarono ad esercitarlo più frequentemente per le richieste pressanti dei secolari e per talune urgenze pastorali, espressero un peculiare stile, che con il tempo divenne caratteristica universalmente riconosciuta e, cioè, amministrarono il sacramento dell'amore misericordioso di Dio con amabilità, affabilità e spirito di fraterna accoglienza. All'austerità di vita e di aspetto nel cappuccino fanno da contrappunto comprensione e misericordia verso i penitenti. Nella storia dell'Ordine, relativa all'amministrazione di questo sacramento, si riscontra una singolare dicotomia: da un lato la norma costituzionale ne limita l'esercizio dal se– colo XVI agli inizi del secolo XIX, con un dettato fattosi fos– sile insolubile alle esigenze dei tempi; dall'altro lato la prassi, 37 Cfr. Il saluto e il grazie del papa a Loreto e al suo santuario in Il Messaggio della S. Casa, 105 (1985) 135; Analecta OPMCapp., 101 (1985) 59. 29

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