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un cappuccino - secondo il Cargnoni - che si qualifica per frate conventuale) si leggono notizie utili sulle ragioni dell'evoluzione della prassi nell'Ordine, più che della sua normativa, circa l'esercizio del ministero delle confessioni. L'autore anzitutto ripercorre la storia su, questa materia, sottolineando che i cappuccini si sottrassero a questo ser– vizio pastorale per « evitare ogni distrazione mentale e cosi più perfettamente e intimamente raccolti e uniti in Dio, po– tessero correre con minor impedimento sulla via della ce– leste patria ». Addirittura egli considera « questo lodevole statuto » come la « causa dell'incredibile espansione dei cappuccini e della loro perseveranza nella perfetta osser– vanza della Regola ». Tuttavia egli rileva le pressioni dei secolari presso le autorità della Chiesa e dell'Ordine, i quali, mossi dalla « devozione » « verso questi minori », desideravano otte– nere il permesso di confessarsi da loro. Per questo furono concese quelle facoltà, cui si è fatto cenno. Interessante in particolare è il ritratto del cappuccino confessore fatto dall'ignoto autore. Scrive: [I secolari] « conoscono che [i cappuccini] sono misericor– diosi coi peccatori, amano tutti con uguale affetto, sono con– venientemente affabili con tutti e accolgono con santa gioia tutti quelli che si rivolgono a loro, consolando benignamente gli afflitti e si fanno tutto a tutti per guadagnare anime a Cristo» 25 • Opportunamente il Cargnoni osserva in una sobria nota a questo testo: « Il frate cappuccino è entrato ormai nella fama di essere il confessore più popolare » 26 • La sua amabilità e affabilità, unita a una grande dispo– sizione ad accogliere con santa gioia tutti quelli che si rivol– gono a loro, nella misericordia del Signore, ha contribuito, forse, a far passare il cappuccino presso il popolo come un 20 25 I Frati Cappuccini, I, pp. 1264-66, nn. 1161-1162. 26 Ivi, p. 1267, nota 67.

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