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ricorreva per la direzione spirituale nel convento di Pesca– renico. Alle richieste pressanti di Agnese e di Renzo se fosse al corrente delle insidie tesele da don Rodrigo, Lucia ri– sponde di averlo « raccontato subito [ ... ] a padre Cristo– foro in confessione »; e riferisce anche il consiglio datole dal cappuccino: « M'ha detto che cercassi d'affrettar le nozze il più che po– tessi, e intanto stessi rinchiusa, che pregassi bene il Signore; e che sperava che colui non vedendomi, non si curerebbe più di me» 20 • Questo episodio ha creato un vespaio di critiche da parte di alcuni studiosi, troppo pignoli nel voler verificare certezze storiche e filologiche in un'opera d'arte, sovrana– mente libera. Il primo a rilevare l'inesattezza storica è stato un cap– puccino, P. Felice da Mezzana, nel 1898, il quale si fondava sulla legislazione cappuccina. Il Musso e il Bassani però vollero sostenere che P. Cristoforo, anche per le concessioni pontificie in materia, potesse confessar Lucia nella chiesa conventuale, con i dovuti permessi dei superiori. Più probabilmente ha ragione il Barbi, insigne filologo della letteratura italiana, secondo il quale il Manzoni cre– dette che i cappuccini potessero confessare i secolari « sulla fede degli storici della peste ». Ma nel Lazzaretto essi con– fessavano per necessità 21 • 20 A. Manzoni, I Promessi Sposi, a cura di F. Ghisalberti e A. Chiari, Milano 1958, cap. III, pp. 41-42. 21 F. Da Mezzana, Cenni sul P. Cristoforo del Manzoni, Crema 1899; e in V. Bonari, I cappuccini della provincia milanese, Crema, 1888-89, p. II, vol. II, XX-XLIV; G. Munno, P. Cristoforo confessore, in Rendi– conti del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, 57 (1924) 78-86; U. Bassani, P. Cristoforo confessore di Lucia, in Archivio Storico Lombardo, 8 (1943) 120-22; M. Barbi, Note postume su I Promessi Sposi, in Rendiconti dell'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, 96 (1962) 448-50; G. Santarelli, P. Cristoforo manzoniano nella critica, Milano 1971, 95, 114-15, 131-32, 143. 18

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