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1.3. Prassi ed evoluzione Si è visto dalla prima legislazione cappuccina, che ac– coglie l'orientamento degli spirituali, come l'esercizio del– l'ascolto delle confessioni fosse limitato, ma non escluso. Si hanno infatti esempi di capuccini confessori, richiesti con insistenza dal popolo, da vescovi e da principi. 1.3.1. A 1 c un i esempi E' stato messo in evidenza qualche esempio. Il conte Giulio Cesare Mamiani, cortigiano del duca Francesco Ma– ria II di Urbino, ottenne dal vicario generale P. Girolamo da Palizzi Generosa la facoltà di potersi confessare dai cap– puccini, e in una lettera del 28 giugno 1587 così gli scriveva: « Ho molt'obbligo a vostra paternità reverenda della facoltà che mi ha conceduta di potermi confessare dai padri della sua religione. La quale cosa, si com'era da me grandemente desi– derata, così con molto mio contento ho ricevuto in grazia della bontà e amorevolezza di lei, di che son tenuto tenerne perpe– tua memoria » 15 • Il Boverio riferisce che Alessandro Farnese, duca di Parma e Piacenza, « si elesse per confessore P. Felice dalla Pedona (1550c-1615), né faceva mai cosa alcuna prima di consigliarsi con esso [ ... ] . L'avvisava ben spesso P. Felice, lo correggeva e rispondeva liberamente ove e quando por– tava il bisogno » 16 • Si sa che i cappuccini furono scelti per la battaglia di Lepanto (1571), grazie alla loro dedizione mostrata poco tempo prima in una operazione militare contro i turchi nell'Adriatico, condotta da Marc'Antonio Colonna. 15 Cfr. C. Urbanelli, Storia dei cappuccini delle Marche, Ancona 1984, l/3, 649; cfr. anche I/2, 531-32, n. 43. 16 Z. Boverio, Annali dei Frati Minori Cappuccini, Venezia 1645, t. Il, p. Il, 24. 15

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