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I cappuccini idealmente si ricollegano agli spirituali, attraverso un filone segreto che va dagli zelanti, agli spi– rituali « ortodossi » e agli osservanti, tanto da costituire come l'ultimo felice approdo nella storia serafica di quel– l'inestinguibile movimento. Per questo fanno proprie le loro motivazioni e le loro norme nella limitazione dell'esercizio dell'ascolto delle confessioni. Se ne fa portavoce Giovanni da Fano nel suo Dialogo della salute: « S. Francesco non fa della confessione in la Regula menzione alcuna. E nella morte non serrà dimandato ragione al frate se avrà confessato, ma se ha osservato la Regula. E quel che confessa non deve preterire un iota in quello che le leggi comandano. Onde per il gran pericolo serria meglio il non confessare, siccome S. Francesco esortava li suoi frati. Vedi nelle Conformità, Franciscus predicator. Massime chi non si sente sufficiente: l'ignoranza, temerità, cupidità e non voler dispiacere son causa di moltissimi mali nelle confessioni» 14 • La testimonianza di P. Giovanni da Fano è molto im- portante perché il suo Dialogo fu scritto in prima redazione nel 1527, quando egli era ancora fra gli osservanti, e in seconda redazione, rifusa, dopo che passò alla riforma cap– puccina. L'opuscolo quindi costituisce come un ponte tra la parte più viva dell'Osservanza, desiderosa di un profondo rinno– vamento, e la prima generazione dei cappuccini provenienti quasi tutti da quella parte dell'Osservanza e recante tutte le sue più intime istanze di rinnovata vita francescana, in un radicale ritorno alle origini, sull'onda lunga e inestinta del movimento spirituale. 14 Giovanni da Fano, Dialogo della salute, in L'Italia Francescana, 10 (1935) 68; I Frati Cappuccini, I, p. 711, n. 669. Cfr. anche Bartolomeo da Pisa, De conformitate vitae beati Francisci ad vitam Domini J esu, in Analecta Franciscana, IV-V (1906/12) 471. 14

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