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bene di ciò non dobbiate curarvi, perché, se saranno convert1t1, troveranno con facilità dei confessori. Io voglio da Dio questo privilegio per me: di non avere dall'uomo privilegio alcuno, fuorché di portare a tutti rispetto e, in ossequio alla Regola, convertire gli uomini più con l'esempio che con le parole» 7 • I frati della comunità invece, ricercavano privilegi an- che in merito al ministero delle confessioni. Nella Cronica maior di Matteo Paris, che trae materiale dalla Cronica o Flores historiarum di Ruggero da Wendover (t 1236), si legge che i frati minori, dopo un servizio di povertà e di semplicità, cominciarono a crearsi vistose strutture. Ecco le testuali parole: « Poi costuirono delle scuole, quindi le case e i chiostri. Ulti– mamente hanno fabbricato chiese e laboratori spaziosi e alti, con fondi non trascurabili amministrati dai potenti del mondo. Hanno anche sollecitato dai sommi pontefici privilegi e indul– genze per edificare piccole chiese nelle città ed in esse cele– brare messe e ascoltare confessioni, perché molta gente, rifiu– tando di confessarsi ai propri sacerdoti, in molti casi, si tro– vano in grande pericolo. Da ultimo hanno eretto scuole proprie dentro i confini dei propri conventi » 8 • Qui risulta evidente che l'esercizio delle confessioni è ottenuto per privilegio. D'altro canto, fra Salimbene da Parma, ben integrato e accomodato nel conventualismo, nella sua famosa Cronica (sec. XIII) ci fa sapere quanto segue: « Nota che i frati minori ebbero da Papa Gregorio IX il pri– vilegio di poter ascoltare le confessioni. Frate Bonaventura, quand'era ministro generale, interrogò Papa Alessandro IV se era del parere che i frati potessero confessare; ed egli rispose: - anzi, voglio fermamente che confessino [ ...]. E lodevolmente agl Martino IV quando concesse ai frati minori l'ottimo pri– vilegio di predicare e di ascoltare le confessioni, nonostante che 7 Specchio di perfezione, in Fonti Francescane (FF), n. 1738; cfr. an– che Leggenda perugina ivi, n. 1674. 8 FF., n. 2301. 12

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