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Così recita il breve: « E' conveniente che la religione serafica dell'Ordine dei frati minori di S. Francesco offra al Signore un servizio libero, e si sottragga, quanto più è possibile, ai contatti con le persone del secolo, affinché, rimossi gli ostacoli, dal basso livello del– l'attività umana possa ascendere alla vetta della contempla– zione, dove più facilmente può adorare Dio in spirito e verità. La preghiera, infatti, attraverso la solitudine, si svolge con più calma nell'animo e mediante la meditazione si eleva più in alto, in modo che quanto la fede crede, la speranza e la carità implorano con maggiore efficacia; l'anima spirituale poi, ele– vata in cielo quasi da due ali, si unisce più strettamente a Dio in modo tale da pregustare, in certo senso, un inizio della beatitudine celeste » 4 • Tornano in mente le parole delle costituzioni del 1536, n. 114: « E quando per pratticar con seculari sentono diminuirsi el spirito, ritornino alla. solitudine, lì stiano tanto che, ripieni di Dio, l'impeto li mova a sparger al mondo le grazie divine. E così, facendo ora Marta ora Maria, in vita mista seguiteranno Cristo, el quale, avendo orato al monte, discendeva nel templo a predicare, imo discese dal cielo in terra per salvare le anime». Qui l'ansia apostolica è sentita più vivamente e la vita mista è espressa in un enunciato limpidamente ispirato, mentre il breve di Gregorio XIV esprime più la spinta di una corrente che non il generale orientamento dell'Ordine. Infatti il bteve fu richiesto con insistenza dal P. Girolamo da Palizzi Generosa, vicario generale, favorevole al partito della contemplazione, sulla linea rigoristica di P. Girolamo da Montefiore. Il breve, dato motu proprio e valido in perpetuo, creò in seguito notevoli disagi, soprattutto nei paesi d'Oltre Alpe, dove l'attività dei cappuccini aveva un carattere spiccata– mente missionario e quindi esigeva il ministero delle con– fessioni 5 • 4 I Frati Cappucini, I, p. 130, n. 69. s Cfr. Isidoro Agudo da Villapadierna, in I Frati Cappuccini, I, 46-47. 9

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