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« nostalgico » ma generosamente assolto perché la sua « nostalgia era per un ideale » 8 • Ambiguità, dunque, onerose, in un impresa editoriale che, a giudicare dai due primi volumi, offre una innegabile ricchezza di testimonianze, cementate da una comprensibile, benché non sempre condivisibile, impostazione « domestica » che ne rende problematico l'uso critico-storico, non solo perché ogni approccio storiografico esige la completa disponibilità delle fonti esistenti e non solo frammenti più o meno antologici, ma perché ogni approccio globale alla storia, oltre delle « fonti scritte», richiede l'adozione anche delle fonti di « cultura materiale». Il Cinque-Seicento ha prodotto una quantità enorme di scritture, che possono servire di fonte da cui attingere la conoscenza della sua storia. Vale a dire testimonianze prodotte più o meno appositamente sia come cautela giuridica, sia per trasmettere o per tramandare programmi, rappresentazioni, sollecitazioni, ricordi di particolari operosità e preoccupazioni. Nelle discipline storiche, però, la revisione del concetto di « fonte », quale si va genera– lizzando sotto le spinte delle moderne metodologie di approccio, ha comportato un notevole indebolimento del ruolo finora coperto dalle « fonti scritte »: soprattutto da quelle statutarie, narrative o espositive. Revisione che, promuovendo a documentazione storica qualsiasi tipo di traccia del passato, sta conferendo altissimo rilievo alla cultura materiale e alle testimonianze involontarie. Cioè, a tutto ciò che viene trasmesso delle reali dimensioni materiali e psicologiche, collettive e individuali, di una concreta esistenza umana. Ogni approccio storico deve di conseguenza essere calato in una ricerca à part entière, vale a dire aperta su di una civiltà globale, ancorché riflessa in un universo religioso 9 • Libri, oggetti domestici e di devozione, 8 C. Cargnoni, in I frati cappucctnz, l, p. LXXXI. Se lo « spiraglio che permette di ravvisare e di decifrare l'intima struttura della cronachistica cappuccina antica» è quello degli Avvertimenti o istruttioni riportati, ivi, I, pp. 1862-1879, non c'è sicuramente da farsi illusioni sulla loro atten– dibilità, ma forse era meglio sorvolare, almeno per le origini, su quella tarda testimonianza. 9 Viene mutuata, qui sopra, la fortunata formula coniata da un autentico storico come L. Lefebvre, Pour une histoire à part entière, Paris 1962 (trad. ital. parziale in Problemi di metodo storico, Torino 1976). 9
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