BCCCAP00000000000000000001098

del Cinquecento, nonché dall'esame dei materiali librari conservati nelle biblioteche cappuccine sulla fine dello stesso secolo 53 • Due aspetti significativi, se non proprio emblematici, di una evoluzione avvenuta, sui quali non è possibile prolungarci in questa sede, ma assolutamente non trascurabili, poiché insieme a tanti altri costituiscono anch'essi segni visibili di una concreta presenza storica, che non può essere raggiunta attraverso altre « fonti ». Pur facendo salva l'eccezionalità delle « trasgressioni » letterarie come creatività autonoma, è fuori dubbio che sulla fine del Cinquecento tanto le imposizione di non predicare « frasche, novelle, poesie, historie o altre vane, superflue, curiose, inutili, imo perniciose scienze » 5 4, quanto le contestate prediche che iniziavano o finivano con una citazione del Petrarca o dell'Ariosto avevano perso non poco della loro attualità e del loro mordente, e non già perché i censurati vezzi fossero scomparsi. Lasciando da parte il repertorio dantesco e petrarchesco di uomini come Ludovico Filicaia da Firenze o Mario Fabiani da Mercato Saraceno, a conferma si potrebbe additare l'esemplare autorità di san Lorenzo da Brindisi, assiduo declamatore della canzone mariana del Petrarca: Vergine bella, nonché fruitore di cultura classica 55 • Ma già sulla fine del Cinquecento, confrontando i momenti eroici delle origini con quelli dell'avvenuta evoluzione, i cronisti dell'ordine deploravano l'abbandono della primitiva e fruttuosa predicazione fatta con « semplicità», mentre ormai molti predi– catori cappuccini si sarebbero dilettati nel « predicare fiori e fioretti, senza fare frutto » 56 • Pratiche trasgressive, le quali non significano ovviamente declino o decadenza disciplinare, ma pur sempre trasgressive di una programmazione religiosa e culturale che durante tutto il Cinquecento - per quanto ritoccata in tante marginalità -, era stata sostanzialmente ribadita. In questo luce, acquistano particolare rilievo gli aggiornamenti statutari suggeriti nel 1625 da Valeriano Magni, un cappuccino milanese troppo poco 53 Si veda in corrispondenza alla nota 10. 54 Costituzioni cappuccine del 1536, cit., I, p. 410, n. 362. ss Su tutto questo contesto rinvio alla mia relazione su Un Cinquecento francescano (in corso di stampa). 56 Gregorio da Napoli, Regola unica del serafico s. Francesco, stampata nel 1589, ed. in I frati cappuccini, I, p. 991. 29

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz