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le vicende di tante altre forze afferite nella vita religiosa di quel secolo resta tutta da fare, pur riconoscendo valide alcune pagine di Delumeau 45 , più ancora di quelle scritte da Jedin nel suo primo volume della Storia del Concilio di Trento: volume che nel 1949, per la sua importanza per la storia religiosa nazionale, usciva in edizione italiana prima che in quella originale in lingua tedesca. 4. Dagli anni della programmazione a quelli delle « trasgres– sioni» E' risaputo come la «diserzione» dell'Ochino, nell'agosto del 1542, abbia gettato in crisi la « libera predicazione » della nuova famiglia minont1ca: attività pastorale che dopo la sospensione decretata da Paolo III e durata circa due anni, poteva riprendere soltanto dietro una precisa « dichiarazione » di ortodossia da parte di ogni singolo religioso che avesse voluto dedicarvisi % • Se il provvedimento contribuiva da una parte a chiarire come la giovane riforma, liberatasi da quanti con l'Ochino erano passati al riformismo protestante rimanesse « netta da ogni macula di heresia » 47 , dall'altra rafforzava l'esigenza dell'istituzione di adeguate scuole interne per una più oculata preparazione teologica: una svolta che contribui ad accrescere la quantità e a migliorare la qualità del proselitismo, ma comportò al tempo stesso particolari adattamenti, denunciati subito come « rilassamenti » da parte di quei nostalgici che cominciavano a rimpiangere i tempi nei quali « i cappuccini non havevano studio, ma costumavano, quando vedevano un giovane che fosse atto, di metterlo appresso a chi sapeva » 48 • 45 J. Delumeau, Il cattolicesimo, pp. 33-37, 70-77, 240-245. % Mario da Mercato Saraceno, Relationes de origine ordinis minorum capuccinorum (Monumenta, cit., I), Roma 1937, p. 470; Bernardino da Colpetrazzo, Historia, I, pp. 459-460; Mattia da Salò, Historia capuccina (Monumenta, cit., VI), II, Roma 1950, pp. 115-116. 47 Bernardino da Colpetrazzo, Historia, I, pp. 478-481. Manca una qualsiasi ricerca su quanti, insieme all'Ochino, sono passati all'eresia o ritornati tra le file dell'osservanza. 48 lvi, II, p. 345. Il rapporto tra studio e rilassamento dei costumi è ripetutamente sottolineato dai cronisti, e non può essere considerato un 26
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