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qualora vi fossero già entrati, si dovessero vendere e darne il ricavato ai poveri, oppure, pm drasticamente, si bruciassero 42 • Per quanto significativi, questi dettati normativi non autorizzano alcuna conclusione sulla realtà della prim1t1va predicazione cappuccina, se si esclude quella di Bernardino Ochino, sulla quale e della quale ci sono pervenute testimonianze di una vitalità bruciante, benché piene di contrasti e di interne ribellioni e reazioni 43 • L'Ochino rimane in ogni caso la personalità unica, delle origini cappuccine, che abbia scosso la società del suo tempo (soprattutto prima della sua diserzione dal campo della cattolicità), mentre - diciamolo subito senza mezzi ter- . mini -, nessuno altro rappresentante delle origini cappuccine è entrato decisamente nella storia della predicazione evangelica o non evangelica del Cinquecento italiano. Si potrebbe anzi dire di più: che, sempre l'Ochino escluso, nessun cappuccino è entrato finora (con giudizio positivo o negativo) nella storia religiosa italiana di quel secolo, benché si debba lamentare la carenza di una vera « storia religiosa» (da non confondere con la « storia ecclesiastica ») del Cinquecento italiano. Nella trat– tazione offerta nel 1974, a firma di Giovanni Miccoli, nel ben noto volume della Storia d'Italia, edita da Einaudi - trattazione ferma sostanzialmente a quel secolo - non si fa alcun cenno ai cappuccini, esclusa ovviamente la presenza dell'Ochino 44 • L'inserimento della storia cappuccina nell'incontro/confronto con 42 Costituzioni cappuccine, cit., I, p. 422, n. 377. 43 Dalla sua eloquenza rimasero colpite tanto donne come Vittoria Colonna, Caterina Cybo, Eleonora Gonzaga, quanto letterati dal gusto difficile, quali i mondani Pietro Aretino e Pietro Bembo, i cui carteggi sono proposti in 1 frati cappuccini, vol. II. 44 G. Miccoli, La storia religiosa, in Storia d'Italia, 2*, Einaudi [1974], pp. 975-1079: capitolo intitolato « crisi e restaurazione cattolica nel Cinquecento», con sottolineature sull'« evangelismo e repressione», sulla « crisi dell'evangelismo» e sulla « repressione» tridentina. Sul posto occupato dai cappuccini nella storia religiosa del Cinquecento italiano, nonché sull'opposizione che alcuni studiosi fanno tra l'impostazione della vita religiosa, in quel secolo, da parte dei gesuiti da un lato e dei cappuccini dall'altro, si veda L. Salvatorelli, Profilo di una storia religiosa d'Italia, in Rivista storica italiana, 63 (1951) p. 158; mi sia però consentito di rinviare anche a quanto scrivevo nel saggio L'esperienza dei primi decenni di vita cappuccina in alcuni studi recenti, in Laurentianum, 4 (1963) pp. 497-516. Ma si riveda quanto è stato detto alla nota 41. 25
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