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riforma cappuccina abbia recepito « ampiamente al suo interno i temi dell'evangelismo italiano: a cominciare dalla predicazione su base scritturale » 41 • Nei due volumi disponibili non emergono che posizioni di principio e modalità d'intervento, programmi enunciati più che svolti, e soprattutto tanta gestualità non di rado spettacolare, tale da apparire un poco istrionica alla sen– sibilità e all'estetica contemporanea, a meno che non ci si riferisca a certe forme di sperimentazione teatrale. Se per « predicazione evangelica» s'intende un'annuncio dei contenuti della Bibbia in generale e del Vangelo in particolare, sia pure per dettare più costume e morale che dottrina, occorrerà verificare l'effettiva conoscenza e l'effettivo uso di tali testi. Sugli scritti di san Francesco una simile ricerca ha dato origine ad una bibliografia non sempre attendibile sulle probabili conoscenze bibliche da parte del santo. Di san Domenico, uomo di dottrina, i suoi più antichi agiografi hanno annotato onestamente che conosceva e disponeva del Vangelo di Matteo e delle Lettere di san Paolo. E' chiaro comunque che predicazione evangelica - nella sua accezione generale - significa trarre insegnamenti dalla Parola di Dio, adeguandola alla comprensione del popolo. Più ambiguo può presentarsi invece l'uso del termine popolare, nei contesti di « religiosità popolare », « pietà popolare »; ambiti nei quali l'aggettivo può indicare tanto qualcosa che viene dal popolo per il popolo, quanto qualcosa proposto per il popolo ma che non viene dal popolo. E ce ne sarebbe abbastanza per indagare, quanto (tra pie pratiche, esercizi, devozioni ecc.) la predicazione cappuccina abbia mutuato e promosso ricavandolo dalle precedenti o contemporanee correnti religiose popolari, e quanto invece abbia elaborato autonomamente ad uso del popolo. Chiariamo però subito - ovviamente con la brevità richiesta in questa sede -, che cosa s'intenda qui invece per « evange– lismo». Benché sia spesso usato per indicare genericamente ogni aspirazione, di individui o di gruppi, a praticare e a predicare 41 R. Rusconi, Predicazione e vita religiosa nella società italiana da Carlo Magno alla Controriforma, Torino [1981], p. 261: della predicazione cappuccina del Cinquecento l'autore non ricorda che quelle di Matteo da Bascio (la Severa riprensione) e, più estesamente, dell'Ochino. Si veda più avanti in corrispondenza alla nota 44. 23
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