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religiosa e culturale, non si potrà prescindere. Sono infatti essi, quelli che ne evidenziano la territorialità e, conseguentemente, la storicità, impedendone una lettura estranea ad una realtà socio– culturale: cronologia e territorialità che condizionano la stessa nostalgica visione delle origini francescane, delle quali i nuovi riformati avevano una conoscenza molto più approssimativa di quanto non sia affermato nelle annotazioni critiche ai documenti pubblicati, e come documentano inequivocabilmente tante testi– monianze proposte alla lettura con un apparato critico ampolloso e disorientante 29 • E' legittimo perciò continuare a chiedersi cosa conoscessero realmente dell'annuncio evangelico di Francesco e dei suoi compagm 1 pr1m1 cappuccm1, e attraverso quali canali passasse il loro confronto con il passato, che è quanto dire la loro « regressione » alle origini. I dettati delle loro Costituzioni, i quali a partire dal 1536 esortano a leggere « spesso la sua vita [cioè, di Francesco] e de li suoi compagni», oppure impongono che « per meglio cognoscere in ogni cosa la mente del nostro patre, si leggina li soi Fioretti, le Conformità e li altri libri che di lui parlano » 30 , potrebbero sembrare di per sé eloquenti. In realtà, è più ciò che essi nascondono di quanto svelano. Sulla vita di Francesco, nelle prime decadi del Cinquecento, non circolava di « ufficiale » che la Legenda maior di san Bonaventura, di cui conosciamo edizioni, in volgarizzamento italiano, apparse già negli anni 1477, 1480, 1485/88 ecc., e poi edizioni, nel latino originario e come Aurea legenda maior s. Francisci, almeno a partire dal 1509, e suc– cessivamente riprodotta, lungo il secolo, da Lorenzo Surio, da Enrico Sedullio e da altri, e che - ma soltanto nel 1623 - 29 Un po' in tutta l'opera, ma soprattutto nelle edizioni delle Costituzioni e dei Dialogi di Giovanni da Fano, l'apparato critico è sovraccarico di riferimenti a fonti francescane difficilmente ipotizzabili come disponibili per i responsabili di quei scritti, e che pertanto oscurano, anziché illuminare l'approccio critico al documento. Sulle probabili conoscenze di fonti francescane, negli anni della primitiva programmazione cappuccina, non ci sono da farsi eccessive illusioni. Si veda anche a nota 31. 30 Costituzioni cappuccine del 1536, cit., I, p. 264, n. 156; p. 449, n. 412. 17

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