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difficoltà ad additarlo nel contesto di una cultura strisciante tra manierismo e barocco. E penso che non potrei essere smentito dalle testimonianze spirituali e scenografiche programmate per i due prossimi volumi. 2. La programmazione religiosa e culturale dell'annuncio della Parola di Dio in una lettura sincronica delle Co– stituzioni e dei rispettivi « commenti » Dopo queste digressioni critiche, lunghe ma necessarie, la fatica di svolgere un discorso sulla programmazione religiosa e culturale dell'annuncio della Parola di Dio, potrebbe sembrare agevolato dalle lineari modalità scelte per presentare, nel primo volume delle « fonti », la formazione, l'evoluzione e la pratica interpretazione della rispettiva normativa statutaria elaborata dalle prime generazioni cappuccine. Le Costituzioni dell'ordine vengono infatti proposte in una lettura sincronica, mentre i corrispondenti commenti si susseguono in ordine cronologico. Il tutto, quindi, con una metodologia di approccio consona ad una precisa dialettica, la quale potrebbe essere scandita in tre fasi: aiutare, anzitutto, a capire l'originaria programmazione « costi– tuzionale » 12 ; passare poi ad analizzare i mutamenti statutari intervenuti lungo il primo secolo di sperimentazione religiosa e culturale, facendo attenzione alle aggiunte, alle rimozioni e alle motivazioni addotte; giungere, infine, a specchiarsi nel program– mato universo religioso ai fini di progredire o di rinnovarsi nella fedeltà ad un ideale attraverso adeguati aggiornamenti. Una dialettica che potrebbe essere compendiata in questi tre momenti: regressione nel tempo per capire; rimozione degli elementi non più attuali o « relitti di una cultura superata » 13 ; trasgressione 12 A proposito nell'introduzione generale (I frati cappuccini, I, p. XLIX) si legge che « ignorare il proprio medievo per ogni pensiero occidentale è ignorare se stessi »; viene però da chiedersi « se » e « perché » le origini della riforma cappuccina possano essere considerate come « medioevo » del francescanesimo. E' il caso comunque di ricordare con un tìtolo di un libro di Carlo Levi che Il futuro ha un cuore antico (1956). 13 C. Cargnoni, in I frati cappuccini, I, p. XCVI. 11

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