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Il contributo degli Istituti storici degli Ordini religiosi nella storia della spiritualità 49 qui tale parallelo: nell'un caso e nell'altro osserviamo quel meccanismo apri– ma vista sorprendente per mezzo del quale «la conoscenza della causa passata modifica lo stato presente»; in ambedue i casi l'uomo si liberò dal passato che fino a quel momento pesava oscuramente su di lui, non mediante l'oblio, ma attraverso lo sforzo per ritrovarlo, per assumerlo in piena coscienza in modo da integrarlo. Appunto in questo senso è stato ripetuto spesso da Goethe e Dilthey e da Croce che la conoscenza storica libera l'uomo dal peso del passato. Anche qui la storia appare come una pedagogia, lo strumento ed il terreno in cui si esercita la nostra libertà 172 • L'interpretazione storica alimenta il rinnovamento esistenziale in un Istituto religioso; chiama in causa il discernimento, perché ciascuno aderisca ed espri– ma intensamente la propria identità. La riflessione sulla vita religiosa suppone una corretta interpretazione storica. Il patrimonio storico, costituito da fonti orali, scritte e monumentarie, dalle opere e dalle iniziative delle generazioni, offre messaggi da ripensare ed elementi su cui sostare per esprimere la propo– sta dovuta all'oggi in continuità con l'intuizione originaria. La realtà ecclesiale non esiste mai allo stato puro, ma è sempre radicata nella storia. Ogni aspetto della vita della Chiesa deve quindi confrontarsi con la condizione umana. e rapportarsi ad una situazione storica ben determinata, se lo si vuole interpretare correttamente. La Chiesa non vive ed opera nell'astratto, ma nelle condizioni sempre mutevoli di spazio e di tempo. Eppure, essa non si identifica mai con nessuna forma de– terminata di civiltà, con nessuna forza politica, con nessun sistema scientifico o filosofico. Essa difende dei valori assoluti, ma questi non esistono allo stato astratto, e per essere efficaci devono incarnarsi nel tempo, assumere una veste storica. La storia della Chiesa diviene allora una tensione continua fra due poli: la tentazione di confondere il cristianesimo con le forme contingenti proprie delle varie età, difendendole disperatamente come se il loro crollo significasse la fine del cristianesimo, e, all'opposto, la tendenza ad escludere la Chiesa da ogni rapporto con la società in cui vive, la pretesa di spogliare i valori cristiani da ogni condizionamento storico. In realtà la difesa di questi valori deve inserir– si nel tempo, ma distinguersi dalle situazioni storiche in cui essi si esprimono. È il rischio della Chiesa in genere, e in particolare quello di ogni generazione cristiana: non limitarsi alla custodia di situazioni che hanno esaurito la loro fun- 172 H. I. MARROU, De la connaissance historique, Paris 1954, 273ss.
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